A seguito della diffusione, tramite circolare del Ministero della Salute, del rapporto revisionato e aggiornato al 17 aprile 2020 dell’ISS n.4/2020 contenente le “Indicazioni ad interim per la prevenzione e il controllo dell’infezione da SARS-COV-2 in strutture residenziali sociosanitarie”, le associazioni Anffas e Uneba hanno deciso di indirizzare al Ministero della Salute e all'Istituto Superiore di Sanità (ISS) una lettera congiunta contenente alcune osservazioni concernenti quanto previsto all'interno del summenzionato documento.

Le questioni affrontate dalla lettera congiunta Anffas-Uneba sono tre:

  1. La discrasia tra quanto indicato nel titolo e quanto poi descritto nel corpo del documento;
  2. La previsione della "Sospensione delle attività di gruppo e della condivisione di spazi comuni all’interno della struttura
    A riguardo, si rende infatti necessario mettere al centro il diritto fondamentale delle persone con disabilità a mantenere delle interazioni sociali in quanto “si ritiene impraticabile – scrivono il Presidente nazionale Anffas, Roberto Speziale, e il Presidente di Uneba, Franco Massi  – prevedere la inibizione, in assoluto, di uso di spazi comuni all’interno della struttura. Premesso che proprio le caratteristiche delle persone con disabilità che risiedono in tali strutture rendono impraticabile detta previsione, la stessa avrebbe prima di tutto una implicazione sul rispetto del diritto di tali persone a poter mantenere quel minimo di interazione e di relazioni sociali che in nessun modo possono essere totalmente annullate”.
  3. La previsione di test diagnostici principalmente, se non esclusivamente, alle persone sintomatiche. 
    Come si può leggere all'interno della lettera "si ritiene che tale previsione, invece, debba essere generalizzata a tutte le persone che a vario titolo risiedono in struttura e relativi operatori, siano essi sintomatici o non. E che di ciò se ne debba fare carico la ASL competente equiparando le RSA alle strutture sanitarie pubbliche."

Per questo si richiede, oltre alla predisposizione di test e tamponi per tutti gli operatori e residenti delle strutture sanitarie, “una parziale revisione del documento precisando che, in generale, se ne condivide l’impostazione e le finalità e che, senz’altro, è fatto proprio dalle strutture che fanno riferimento alle scriventi associazioni e che si impegnano a garantirne pedissequa applicazione”.

È possibile consultare la lettera congiunta di Anffas-Uneba cliccando qui

Per leggere la notizia sul sito di Uneba clicca qui