Fonte www.newsbiella.it - Luca sogna in grande. Di vivere da solo, di andare a lavorare in autonomia e di spostarsi liberamente, magari per andare a Milano a trovare la fidanzata.

“Il progetto non a caso si chiama “liberi di scegliere” - spiega Ivo Manavella, di Anffas - Con Luca abbiamo scritto un vero e proprio libro, di oltre cento pagine, che contiene esigenze, obiettivi, tempi, modalità e tutto ciò che riguarda il suo diritto all’autodeterminazione. Lo prevede l’articolo 14 della legge sulla disabilità, che ha oltre vent’anni. Nei giorni scorsi abbiamo sottoscritto un documento, che consegneremo ai servizi sociali affinché venga attuato, ovviamente possibile oggetto di modifiche e di miglioramenti. A patto che sia Luca ad essere d’accordo, perché il nostro lavoro è stato insieme a lui e non solo per lui. I finanziamenti per rendere operativo il progetto ci sono, bisogna solo utilizzarli e collaborare tutti insieme per renderlo operativo”.

“Luca ha le idee molto chiare: vuole vivere nel mondo di tutti e non in un luogo costruito per le persone con disabilità - spiega Egidio De Pieri, padre di Luca - La famiglia vuole appoggiarlo in questo desiderio di vivere nella società con la stessa libertà delle altre persone, affinché abbia modo di scegliere, su una base di uguaglianza con gli altri, il proprio luogo di residenza, dove, come e con chi vivere, come previsto dalla convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, che è anche legge dello Stato”. “Ringraziamo l’Anffas, la Cooperativa Sociale Integrazione Biellese e lo psicologo Vito Catania per il supporto dato nel redigere il progetto di vita, partendo dai desideri di Luca e della sua famiglia” conclude De Pieri.

E proprio lo psicologo di Anffas, Catania, spiega: “Il progetto realizzato arriva da lontano, frutto di un lungo lavoro. Con Luca abbiamo fatto molti incontri per capire i suoi bisogni e programmare il modo di soddisfarli. Non è mai stato un ospite di Anffas, abbiamo però costruito insieme il suo possibile percorso di autonomia che ora, firmato il documento ufficiale, può e deve diventare realtà. E’ evidente che l’autonomia che Luca potrà avere non potrà essere raggiunta da altre persone. Ogni ragazzo o ragazza con disabilità deve pensare a una specifica forma di indipendenza. Luca può e potrà cucinare e badare a se stesso. Lavorare, compiere piccoli viaggi e spostamenti e gestirsi da moltissimi altri punti di vista. Occorrerà una figura di supervisione, un educatore professionale, per i primi passi di avviamento di questo processo di liberà personale. E’ stato commovente vedere Luca, il giorno ufficiale della firma del documento, vestirsi con la giacca e la cravatta. Un momento solenne, giustamente da festeggiare insieme. Un importante passo in avanti. Sono certo che Luca possa realizzare i suoi sogni. E dopo di lui, altri”.