Pubblichiamo di seguito il comunicato stampa relativo ad uno studio condotto dalla Associazione Artigiani e Piccola Media Impresa di Mestre in cui si evidenziano interessanti dati relativi alle spese per il Welfare nel nostro paese.

"Troppe tasse e poco welfare" dichiara Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA di Mestre. Il record negativo è italiano ma non c'è nulla da vantarsi. In Europa, l'Italia è il Paese più tassato e contemporaneamente quello con la spesa sociale più bassa. Come a dire innanzi ad un esborso notevole dei contribuenti non esiste un'adeguata corrispondenza nel sostegno alle famiglie bisognose, ai disabili, alla casa, ai minori in difficoltà e in generale a tutti coloro che dovrebbero essere sostenuti economicamente.
E sono i dati di una analisi condotta dall'Ufficio Studi della CGIA di Mestre a confermarlo. Rispetto all'incidenza della pressione tributaria (intesa come imposte, tasse e tributi) sul Pil dell'Unione europea pari a 26, 7% e a una spesa sociale (al netto della spesa pensionistica e della disoccupazione) pari al 13,9%, in Italia si registra una pressione tributaria del 27, 7 % e una spesa sociale del 10, 4 % sul Pil.
Ma il confronto non è perdente solo con le medie dell'Unione europea. Scendendo nel dettaglio dei Paesi più importanti dell'Ue la sconfitta sul binomio tasse/spesa sociale è netta.
A cominciare dalla Francia dove sebbene registri una pressione tributaria sul Pil molto alta e pari al 27, 3% , le distanze si allungano quando si osserva la spesa sociale che si attesta sul l 16, 3% del Pil. Lo stesso poi vale per la Germania: a fronte di una pressione tributaria del 22, 2 % sul Pil, e quindi ben al di sotto di quella italiana (27, 7 %), i tedeschi si ritrovano una percentuale di spesa sociale pari al 14,9%.
"Ma c'è dell'altro – prosegue Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA – Spendiamo per il sociale meno degli altri ma lo facciamo anche male. Infatti, investiamo quasi due punti di Pil in meno della media europea, ma oltre il 60% del totale della spesa se ne va in pensioni contro una media europea del 45,5%. Questa sperequazione ci toglie la possibilità di destinare maggiori risorse alla famiglia, ai minori ai disabili e all'esclusione sociale. Voci, queste ultime, che ci vedono impegnare cifre molto molto modeste e del tutto insufficienti".

Ufficio Stampa
CGIA Mestre

(5 settembre 2008)

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