Anffas Ostia - Diritti significa anche doveri. Ecco perché abbiamo avviato un corso sperimentale di educazione stradale per ragazzi con disabilità con tanto di città ricostruita in 3D. Ha parlato di questo progetto Manuela Boggia su Quattro Ruote e Viola Bachini su Repubblica.

“A volte lo dimentichiamo, ma anche le persone con disabilità sono utenti della strada e hanno il diritto come il dovere di comportarsi correttamente, così da non mettere a repentaglio la loro stessa incolumità e quella di chi incontrano”. Francesco Cesarino, direttore sanitario del Centro Anffas di Ostia, da anni si occupa di persone con disabilità intellettive o relazionali. La struttura ha deciso di dar vita a un raro corso di educazione stradale: E-Motus.

Passeggiare, attraversare la strada, rispettare le precedenze. Per una persona con disabilità intellettiva tutte queste azioni comportano enormi difficoltà e rischiano di mettere a repentaglio la propria sicurezza e quella degli altri utenti della strada. Per questo purtroppo molte di queste persone trascorrono gran parte della vita all'interno di edifici, come le case private o i centri diurni. Per contrastare il fenomeno, Anffas, la più grande associazione italiana di familiari di persone con disabilità, ha lanciato un progetto sperimentale che mira a rendere i ragazzi liberi di muoversi.

Gli operatori hanno ricostruito una vera e propria città all'interno del centro di Ostia, completa di strade, cartelli, semafori, pensiline dei mezzi pubblici e un'automobile, per simulare quello che accade nella vita di tutti i giorni. Le 15 persone coinvolte nel progetto, tutti adulti di età compresa tra i 40 e 50 anni, possono così sperimentare in completa sicurezza i rischi della strada, conquistando, giorno per giorno, una piccola fetta di indipendenza. Partendo da cose semplici, come la destra e la sinistra, arrivando a concetti più complessi come riconoscere la segnaletica verticale e orizzontale e muoversi tra i pericoli quotidiani di una strada o di un marciapiede. Il gioco prosegue poi all'esterno, dove i partecipanti, in piccoli gruppi di 3 persone e sotto la supervisione di un educatore, mettono in pratica quello che hanno imparato. E riescono a prendere un mezzo pubblico, o a muoversi in autonomia, per raggiungere una meta, via via più difficile da raggiungere.

 

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04 novembre 2016