bambino_bluBambini a rischio

Tratto da www.affaritaliani.libero.it e www.tuttoscuola.com- Nel mondo 1 persona su 3 che abita in città vive in uno slum, in Africa 6 su 10. E quasi 1,4 miliardi di persone vivranno in insediamenti non ufficiali e negli slum entro il 2020. I bambini che vivono in insediamenti urbani sono più di un miliardo e anche il loro numero continuerà ad aumentare. Alla loro condizione è dedicato il rapporto "La condizione dell'infanzia nel mondo" dell'Unicef, dal titolo "Figli delle città".

"L'insicurezza è la condizione che caratterizza gli abitanti degli slum, esposti al rischio costante di maltrattamenti e sfratti. –sottolinea il presidente di Unicef Giacomo Guerrera - Sono i bambini e gli adolescenti le vittime più vulnerabili di questa condizione di povertà e iniquità, che favorisce la continua violazione dei diritti dell'infanzia ".Tutela più difficile perché "oltre un terzo delle nascite nelle aree urbane non viene registrato e ciò esclude questi bambini dal riconoscimento dei diritti che spetta loro".

Nel 2010 quasi 8 milioni di bambini sono morti prima di aver raggiunto i cinque anni di età, in gran parte a causa di polmonite, diarrea e complicazioni da parto. Secondo alcuni studi sono particolarmente a rischio i bambini che vivono in insediamenti non ufficiali. In Bangladesh il tasso di mortalità dei bambini sotto i cinque anni negli slum è il 79% più alto di quelli delle altre aree urbane (dato 2009) e il 44% più alto delle aree rurali. La Somalia ha il numero di decessi più alto: 180 ogni 1.000 nati vivi; seguono: Mali, Burkina Faso, Sierra Leone, Ciad, Rep. Democratica del Congo, Haiti, Angola, Rep. Centrafricana, Guinea-Bissau e Afghanistan. A Nairobi (Kenya) circa i due terzi della popolazione vive in insediamenti non ufficiali sovraffollati, mentre il tasso di mortalità sotto i cinque anni è allarmante: 151 bambini morti su 1000 nati vivi. La polmonite e la diarrea sono tra le cause principali dei decessi. A favorire la diffusione di malattie e aumentare la mortalità infantile l'inaccessibilità dei servizi sanitari e la loro inadeguatezza.

Nei distretti urbani più poveri, un litro di acqua costa 50 volte di più che nei quartieri più ricchi. L'Unicef stima che 1,2 milioni di bambini sotto i 5 anni muoiano solo per diarrea. In tutto il mondo, il 96% della popolazione che vive nelle aree urbane ha accesso all'acqua potabile rispetto al 78% di coloroche vivono nelle aree rurali.

"Aumentare l'accesso all'acqua potabile –sottolinea il rapporto - è d'importanza vitale per ridurre la mortalitàinfantile e le malattie". Secondo l'Unicef il numero di popolazione urbana che defeca all'aperto è aumentata da 140 a 169 milioni tra il 1990 e il 2009. Anche se migliorando la copertura globale della vaccinazione (circa 2,5 milioni di decessi sotto i cinque anni vengono evitati ogni annograzie ai vaccini) 130 paesi sono riusciti a somministrare tutte e tre le dosi primarie del vaccino Dpt al 90% dei bambini con meno di un anno. Nel 2010 più di 19 milioni di bambini non le hanno ricevute.

Dati negativi anche per iò che concerne l'istruzione. Nel rapporto viene notato,nfatti, che, secondo i dati riferiti al 2008, c'erano 67 milioni di bambini in età di scuola primaria che non frequentavano la scuola: di questi, il 53% erano bambine. Il rapporto mette in evidenza anche alcune differenze locali. Mentre i genitori di Dacca, in Bangladesh, spendono in media il 10% del reddito familiare per i costi scolastici di ogni figlio,questa percentuale sale al 20% nelle famiglie più povere. In generale, sondaggi condotti in Brasile (San Paolo), in Marocco (Casablanca) e in Nigeria (Lagos) dimostrato che le famiglie con i redditi più bassi spendono per la scuola più di un quarto delle entrate familiari.

In Bangladesh, secondo dati risalenti al 2009, le differenze erano ancor più pronunciate al livello secondario: il 18% dei bambini dei bassi fondi frequentava la scuola secondaria, in confronto al 53% delle aree urbane e al 48% delle zone rurali.

Il documento spiega che "le opportunità per chi vive nelle aree urbane non sono accessibili in modo uniforme": in Egitto, tra il 25% dei bambini nelle aree urbane ha frequentano la scuola materna, contro il 12% delle aree rurali. Tuttavia, solo il 4% dei bambini delle famiglie urbane più povere ha frequentato la scuola materna. A Delhi, in India, poco più del 54% dei bambini degli slum frequentava la scuola primaria nel 2004-2005, rispetto al 90% dei bambini della città.

E l'Italia? In Italia ammontano a 1.8 milioni i bambini che vivono sotto la soglia di povert à e non tutte le città e le amministrazioni italiane sono attente ai loro bisogni e a loro misura. Così ha affermato sempre Giacomo Guerra (in un articolo odierno di Avvenire) che ha chiesto un intervento del Governo per cercare di arginare questo problema.

29 febbraio 2012