Incertezza I Caf denunciano la confusione sull'Imu

Fonte www.vita.it - La Consulta dei Caf aveva chiesto all'esecutivo un rinvio per la scadenza del pagamento dell'Imu al 31 dicembre , lamentando "criticità", sia per la mancata delibera da parte dei Comuni delle aliquote definitive su cui ricalcolare l'Imu, sia per la confusione che regna tuttora sul comportamento da tenere da parte degli enti non commerciali.
Nonostante queste difficoltà, il ministro dell'Economia Vittorio Grilli ha ribadito che la scadenza per il pagamento dell'Imu rimane il 17 dicembre "per non mettere a rischio gli obiettivi di deficit".

Ma per il vicepresidente del CAF Acli, Michele Mariotto, la confusione è generale e le scadenze si avvicinano, "un atteggiamento che denota scarso rispetto del cittadino contribuente".

Vita.it ha rivolto alcune domande al vicepresidente del CAF Acli:

Qual è la situazione a oggi?
Siamo al 29 di ottobre e solo 1500 Comuni su 8000 hanno deliberato le nuove aliquote, il primo passo per poter mettere in condizione i contribuenti di assolvere al loro obbligo. Poi ci sono 30 giorni per pubblicare la decisione, e l'incertezza rischia di durare a ridosso della scadenza. Una situazione di difficoltà notevole per i cittadini, gli enti non commerciali e i professionisti che li assistono.

Cosa devono fare gli enti non profit?
Siamo nell'incertezza del diritto, nell'interpretazione. Ed è il primo fatto grave. Il secondo è stata la decisione di incidere in modo drastico sui bilanci degli enti non commerciali con questa imposta, generando oltretutto una serie di adempimenti ulteriori come l'identificazione e denuncia della superficie dell'immobile destinata all'attività commerciale, su cui è dovuta l'Imu. Un appesantimento di cui non c'era bisogno.

Un ente non profit oggi sa quanto deve pagare?
No, non lo sa e non può nemmeno calcolarlo, quindi non riesce a mettere a bilancio questa voce di spesa, che potrebbe essere anche molto consistente e molto diversa da quella pagata a giugno. Un'assurdità che mette a rischio la programmazione di qualsiasi associazione, ma anche famiglia. Temo che tanti avranno brutte sorprese.

La Consulta dei Caf si è espressa duramente contro le modalità operative scelte per applicare questa imposta. Concorda?
Certo. Vista l'indeterminatezza assoluta, è difficile anche per noi professionisti intepretare la norma. Si rischiano così pesanti errori e l'apertura di una fase di contenzioso che non fa bene a nessuna delle parti, ma in particolare per gli enti non profit che si vedrebbero così penalizzati nel loro sviluppo in una fase già particolarmente difficile.

30 ottobre 2012