Intervista di Superando

Fonte www.superando.it - Lei è Laura Boerci, classe 1969, milanese, artista di cui abbiamo già scritto in Superando a proposito del libro I colori del buio, firmato insieme a Filippo Visentin. Autrice anche di opere teatrali, pittrice e decoratrice, Laura si espone non solo nell'espressione artistica, ma anche nella politica locale, ricoprendo il ruolo di assessore comunale all'Accessibilità e al Tempo Libero in un Comune della provincia milanese, Zibido San Giacomo.
Affetta da atrofia muscolare spinale, è attivamente coinvolta in diverse situazioni che operano a favore delle persone con disabilità. Ora, tra le sue tante esperienze, si aggiunge quella di inviata speciale di Max Laudadio, uno dei nomi più noti della trasmissione di Canale 5 Striscia la notizia.
Se ci siete anche voi tra gli oltre 6 milioni di telespettatori che ogni sera si sintonizzano sul programma satirico firmato da Antonio Ricci, allora sapete già di cosa vogliamo parlarvi. Lo avrete senz'altro notato che recentemente per ben due volte Max Laudadio si è occupato dell'accessibilità del Comune di Milano, insieme alla sua nuova inviata speciale, Laura Boerci, appunto.
Il debutto ha avuto a che fare con la metropolitana, carente in servoscala e in ascensori, questi ultimi spesso non funzionanti. Insieme a Laudadio, Laura – l'inviata "spinta" (Laudadio infatti ogni volta dà una spinta alla sua carrozzina e la "lancia" verso la prossima avventura) – ha incontrato alcuni rappresentanti dell'azienda responsabile della mobilità locale e anche del Comune. Da parte di entrambi rimane ora la promessa di un aggiornamento nei prossimi mesi.
Il secondo caso di Laura, invece, ha preso di mira una stazione di polizia, sempre nel Milanese, che non è accessibile. Una persona in carrozzina, che debba sporgere una denuncia o rinnovare il passaporto o altro ancora, deve chiedere di essere trasportata in braccio per superare i gradini d'ingresso oppure dev'essere ricevuta sul marciapiede. Una soluzione inammissibile, tanto più da parte di chi riceve denunce per mancata messa a norma di una struttura di servizio pubblico che presenta barriere architettoniche.
Per capire come si sia offerta alla Boerci l'opportunità di questa collaborazione e per avere un po' di informazioni sul "dietro le quinte", Superando l'ha intervistata. Riportiamo l'intervista:

Qual è l'inizio della storia della tua collaborazione con Striscia la notizia?
«Risale tutto a settembre, in occasione di una festa organizzata dall'Associazione Motociclisti per un sorriso. Si trattava di un evento rivolto alle persone con disabilità, durante il quale diverse moto venivano messe a disposizione degli ospiti disabili che potevano "farsi un giro". Max Laudadio era l'invitato d'onore».

E tu?
«La vicepresidente dell'Associazione è una mia amica e mi aveva invitato a partecipare, chiedendomi anche di prendere il microfono per un piccolo discorso pubblico sulla disabilità. Inoltre mi aveva detto che le avrebbe fatto piacere presentarmi Laudadio e così è stato».

Com'è andata?
«Abbiamo parlato di quello a cui avevo accennato nel breve discorso che avevo appena tenuto, circa la mia visione sulla disabilità, e lui ha trovato le mie idee interessanti».

Qual è la tua visione?

«Secondo me è ora di finirla di avere un atteggiamento buonista verso le persone con disabilità. Sia nel senso di guardarle pensando che sono "poverine", sia anche nel senso di considerarle "brave" per qualsiasi cosa, anche la più banale. Vorrei che ci trattassero come tutte le altre persone, giudicandoci a prescindere dalla disabilità. Solo se facciamo una cosa fatta davvero bene, siamo "bravi", e non serve farci una carezza sulla testa, specie se neanche ci conosci».

Laudadio che ti ha detto?

«Mi ha chiesto se ero disponibile a indossare una telecamera e fare delle inchieste. A me non mancano né la faccia tosta né la curiosità, per cui ho risposto subito di sì. Penso che Striscia la notizia sia una bella opportunità per raggiungere moltissime persone e stimolare un cambiamento culturale con leggerezza, con ironia e con il sorriso».

Da quell'incontro di settembre alla realizzazione dei servizi com'è andata?
«Ci siamo salutati con la promessa che mi avrebbero richiamato loro. Io sinceramente pensavo che sarebbe finito tutto così, una volta sbollito l'entusiasmo iniziale della conoscenza di persona. E invece, una decina di giorni dopo, mi ha cercato una collaboratrice di Laudadio e mi ha proposto un appuntamento con un'autrice e una responsabile dello staff logistico. Sono venute a trovarmi a casa e abbiamo conversato insieme.
Ho evidenziato alcuni temi da approfondire, anche al di là delle barriere architettoniche "classiche". Ho parlato di Vita Indipendente, ma anche della difficoltà che incontro quando voglio partecipare a un concerto. Così mi hanno lasciato una piccola telecamera nascosta, che posso indossare senza che si noti. Mi hanno suggerito di andare in esplorazione a vedere cosa riuscivo a raccogliere».

Quindi sei tu a individuare gli argomenti e il modo di approcciarli?
«Sì, fin dall'inizio e finora è così. Io vado in giro, per ora solo per Milano, ma intendo spostarmi in futuro, e individuo delle situazioni che secondo me sono da segnalare. Allora mi avvicino, le esploro, parlo con chi di dovere se necessario, e poi mando tutto il registrato alla redazione di Laudadio. Loro valutano se c'è qualcosa di interessante e in caso positivo, Max viene con me a registrare il servizio con il suo intervento diretto».

Sei contenta fin qui?
«Sì, è l'approccio leggero e ironico che mi immaginavo. Mi piace essere l'inviata "spinta" e mi sembra che abbiamo trovato un modo per rimanere in mente al pubblico. È bellissimo vedere quello che succede dopo la messa in onda di un servizio: tantissime persone scrivono per offrire le loro impressioni, commentare positivamente o negativamente. È fondamentale: per continuare ho bisogno sempre più che il mondo delle persone con disabilità mi appoggi e approfitti del mio ruolo, per segnalare a me o direttamente a Laudadio le varie situazioni di disagio, indicandoci già delle strade possibili per la soluzione».

Quando abbiamo iniziato l'intervista, ti ha contattato al telefono proprio Striscia la notizia. Cosa bolle in pentola?
«Ho già altro materiale pronto su cui lavorare. In particolare mi sono interessata ai bagni di Milano. Quelli pubblici non ci sono e nei bar la maggior parte non sono accessibili. Quasi la totalità dei negozi non ha nemmeno la pedana all'ingresso e mentre una carrozzina manuale è leggera e può essere impennata per affrontare il gradino, quella elettrica è costretta a restare fuori. La settimana prossima ho un appuntamento con il team di Laudadio e vedremo come organizzare il servizio».

Dicevi che intendi uscire dal territorio milanese.
«Sì, certo. In ogni caso già qui c'è tanto da fare, e soprattutto mi piace l'idea di poter stimolare interventi di miglioramento in vista della prossimo Expo 2015. Ci sono tantissimi problemi a Milano, non solo le metropolitane, ma anche gli autobus, che soprattutto in periferia hanno le cinture troppo corte e non riescono a tenere agganciata la carrozzina che quindi si muove pericolosamente all'interno del veicolo. Un altro problema è il ciotolato della pavimentazione storica. Mi rendo conto che è una questione che non si può davvero superare, ma quando ci sono anche i binari del tram, per una carrozzina diventa davvero un rischio. Suggerisco delle gettate di cemento negli attraversamenti».

Come ti trovi con Laudadio?

«Max è molto simpatico, alla mano. Si capisce che la sua spavalderia deriva anche dalla consapevolezza che dietro di lui c'è tutta Striscia e che quindi le sue parole e azioni possono davvero incidere. Ma al di là di questo, è una persona schietta e con me ha preso subito confidenza, scherza. Lo stesso discorso vale per tutto il suo team».

Quello che fai per loro è un lavoro? Sei pagata?
«All'inizio mi avevano detto che avrebbero dovuto verificare se i servizi fatti insieme funzionavano oppure no. Finora non mi hanno pagato, anche se non capita a tutti di poter dire di collaborare con Striscia la notizia, perciò sono contenta già così. Però se continueremo a lavorare insieme, mi è stato detto che la collaborazione verrà formalizzata e che verrò pagata come attrice. Mi sarebbe utile, almeno per coprire il costo del mio assistente personale che mi sta seguendo in tutte queste peripezie».

17 dicembre 2012