Fonte www.redattoresociale.it - Un piccolo Davide sta avendo la meglio sul gigante Golia: a Torino una mamma, stanca ma battagliera, sta riuscendo a muovere gli ingranaggi arrugginiti di una burocrazia, impantanata in norme nate "discutibili" e diventate, col tempo, decisamente assurde. In breve: già dal prossimo anno, a Torino dovrebbe venir meno la norma che, tuttora e da 12 anni, chiede un certificato medico che attesti dieci spostamenti mensili per motivi medici a chi faccia richiesta di parcheggio riservato. Parliamo di quella delibera di giunta che, nell'ormai lontano 2003, distinse le modalità di richiesta dello stallo, a seconda che lo richiedesse il diretto interessato, oppure un suo accompagnatore. E stabilì che, nel secondo caso, ci fosse un certificato medico ad attestare un minimo di dieci spostamenti mensili per visite mediche.

La denuncia di Cometto.

Quando, alcune settimane fa, un vigile si presentò a casa Cometto per richiedere questo certificato, la mamma di Claudia, adulta con grave disabilità, venne a conoscenza di questa procedura e la trovò decisamente assurda: "Claudia non esce dieci volte al mese per visite mediche – ci disse – ma il parcheggio riservato sotto casa è per lei questione di vita o di morte". E alzò la voce, scrisse alla regione e ai media, perché qualcuno si decidesse a scardinare quella norma senza senso. "Ho scritto a Claudio Lubatti, assessore alla mobilità, e al sindaco Fassino".

L'interpellanza.

La risposta è arrivata, complice il "clamore mediatico", alcune settimane dopo, sotto forma di interpellanza, a firma del vicepresidente del consiglio comunale Magliano. "In almeno un caso, denunciato a mezzo organi di stampa – si legge nell'interpellanza - durante controlli effettuati dalla Polizia Municipale sulla sussistenza dei requisiti per il mantenimento del diritto allo stallo numerato, per le persone prive di patente di guida, è stata richiesta la certificazione della necessità per la persona con disabilità di almeno 10 spostamenti al mese per ragioni di cura".

Ma "le persone con disabilità hanno necessità di spostamento anche per ragioni di lavoro, studio, socialità, commissioni, come qualsiasi cittadino" e "ogni norma o regolamento che crei differenze arbitrarie tra cittadini è discriminatoria e vessatoria e deve essere inderogabilmente modificata o cancellata".

La richiesta, rivolta al sindaco e all'assessore competente, era quindi quella di "rivedere e aggiornare la delibera sopra citata in funzione delle mutate condizioni sociali e dell'incremento della partecipazione alla vita sociale da parte delle persone con disabilità nel corso degli ultimi 12 anni, in modo da garantire il diritto alla mobilità di tutti i cittadini".

L'impegno dell'assessore: la norma cambierà.

Due giorni fa, l'interpellanza è stata presa in carico e discussa in sede di consiglio comunale: l'assessore Lubatti ha riconosciuto "l'esigenza di aggiornare la norma" e ha espresso la volontà di parificare le procedure per le due categorie di richiedenti, siano essi il diretto interessato o l'accompagnatore", eliminando di fatto la necessità del certificato.

Questo, anche in considerazione del fatto che "sono cambiate le esigenze e la concessione della disabilità nella società".

La notizia è quindi che "stiamo elaborando una nuova bozza di normativa, che porteremo in giunta" e che probabilmente entrerà in vigore già a partire dal 2016, come ha annunciato il vicepresidente Magliano, "prendendo atto dell'iniziativa dell'assessorato e invitando la commissione competente a includere, nella nuova normativa, anche altri aspetti che, in materia di disabilità, chiedono di essere rivisti: come la gratuità del parcheggio sulle strisce blu, qualora gli stalli riservati fossero indisponibili".

Contenta di contribuire a superamento discriminazione. "Sono contenta di aver contribuito, con la mia segnalazione ai media, alla eliminazione di una norma ingiusta e discriminante per le persone con disabilità – commenta oggi Cometto - Ora spero in una maggiore attenzione futura da parte del comune di Torino per questo argomento così importante come la disabilità, che deve interessare tutti, non fosse altro perché la disabilità è come una raccomandata: può arrivare a tutti inaspettatamente. E se la società è più accogliente, la vita è più semplice per tutti".

3 novembre 2015