vita.it - Chiusi ieri i termini per presentare gli emendamenti alla legge sul dopo di noi: sono 287. Soltanto due quelli presentati dalla relatrice: uno per ampliare oltre il trust gli strumenti per conferire beni ai figli e uno per rafforzare il progetto individuale. L'obiettivo è rendere utilizzabili i 90 milioni già nel 2016.

È scaduto ieri giovedì 14 aprile, il termine per la presentazione degli emendamenti alla legge sul dopo di noi (Disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone con disabilità grave, prive del sostegno familiare, AS 2232), all'esame della Commissione Lavoro del Senato. In tutto sono 287, di cui circa 80 dei singoli parlamentari del Pd.

La relatrice Annamaria Parente (PD), ricordando la grande attesa che circonda il disegno di legge in esame ha ribadito l'intenzione di apportare «poche modifiche puntuali per migliorare il testo uscito dalla Camera e venire incontro ad alcune richieste delle principali associazioni delle persone con disabilità e dei loro famigliari. L'obiettivo è di essere molto rapidi, approdando in Aula per fine aprile, massimo ai primi di maggio». E ancora: «Puntiamo ad andare in aula a fine aprile per utilizzare i 90 milioni già stanziati dalla legge per il 2016. Proprio per questo è necessario prevenire, come stiamo cercando di fare, tutti i possibili intoppi in sede di attuazione».

Due sono gli emendamenti presentati dalla relatrice: il primo, all'articolo 6, «è finalizzato ad ampliare la tipologia di strumenti utilizzabili dalle famiglie per conferire beni e diritti ai figli, oltre al trust attualmente previsto dal ddl». Si pensa a vincoli di destinazione d'uso e fondi speciali disciplinati con contratti fiduciari e «l'uso di tutti questi strumenti sarà vincolato al rispetto di determinate condizioni per garantire meglio sia i figli che i genitori». Il secondo emendamento è all'articolo 1 e «rafforza l'idea del progetto individuale per l'autosufficienza del soggetto con disabilità, prevedendo un maggiore rispetto delle sua volontà, laddove possibile, e di quelle dei genitori o di chi li rappresenta».

La senatrice ha anche ricordato la necessità di dare attuazione alla disciplina prevista dal disegno di legge con specifiche norme sui livelli essenziali di prestazione.

 

19 aprile 2016