personecondisabilità.it - Lo scorso anno 120 famiglie hanno inviato una diffida alle rispettive province per chiedere il rispetto dei diritti dei propri figli. In 12 sono andate in tribunale grazie al supporto dell'associazione.

Poco meno di un anno fa, LEDHA - Lega per i diritti delle persone con disabilità ha lanciato la campagna "Vogliamo andare a scuola!" per chiedere alle istituzioni di intervenire urgentemente per garantire a tutti i bambini e ragazzi con disabilità il diritto di andare a scuola come tutti i loro compagni.
Di fronte alla mancanza di risposte da parte degli enti territoriali (cui la vigente normativa nazionale e regionale ha conferito la competenza del supporto organizzativo al diritto allo studio delle persone con disabilità) LEDHA aveva predisposto delle lettere/diffida, che 120 famiglie hanno inviato alla propria Provincia o alla Città Metropolitana di Milano per chiedere l'attivazione dei servizi di assistenza alla comunicazione, assistenza educativa e trasporto.

L'estate 2015 è stata caratterizzata da un faticoso confronto tra LEDHA e gli enti locali coinvolti. Un confronto a tratti difficoltoso ma che - in alcuni contesti - si è potuto risolvere grazie a un positivo impegno da parte delle Province. Laddove c'è stata un'attivazione, anche se parziale, di tali servizi o dove è stato proposto un accomodamento ragionevole, così come stabilito dalla legge 18/2009 (Legge di ratifica dell'Italia della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità), le famiglie infatti non hanno dato seguito alla diffida.

Più complessa invece la situazione in altri territori dove alcune famiglie, supportate da LEDHA, hanno deciso di percorrere la via giudiziaria per vedere riconosciuti i diritti dei propri figli. Dodici famiglie hanno presentato ricorso contro le rispettive province e la Città Metropolitana, supportate dai legali del Centro Antidiscriminazione Franco Bomprezzi e da LEDHA, che le ha affiancate nelle aule dei tribunali e ha sostenuto anche per la maggior parte i costi dei ricorsi stessi. "Tutti i genitori che hanno intrapreso la strada del ricorso contro la Città Metropolitana di Milano, le Province di Monza e Pavia hanno avuto giustizia. Ottenendo l'erogazione dei servizi nella misura corrispondente alle effettive esigenze dei loro figli, così come dovrebbe accadere per tutti gli alunni e gli studenti con disabilità in base alla nostra normativa", commenta Alberto Fontana, presidente di LEDHA.

"Colpisce anche il fatto che in tutti i casi la controparte (Province e Città Metropolitana, ndr) abbiano riconosciuto il diritto una volta depositato il ricorso, prima di arrivare davanti al Giudice o, ancora, prima di arrivare a sentenza", commenta l'avvocato Laura Abet del Centro Antidiscriminazione Franco Bomprezzi.
Infatti tali Enti non disconoscono il diritto, sancito chiaramente da norme regionali, nazionali e sovranazionali. Ma scelgono di temporeggiare, ritardando l'attivazione dei servizi per l'inclusione scolastica di loro competenza. O erogandoli in misura spesso largamente insufficiente al bisogno, confidando nel fatto che la maggioranza delle famiglie rinunci a ricorrere davanti al Giudice.

"Come associazioni di persone con disabilità è nostro compito non solo affiancare le famiglie che chiedono il rispetto delle norme. Ma soprattutto vigilare affinché tali norme non vengano sottoposte a revisione -  conclude Donatella Morra, coordinatrice di LEDHAscuola -. Alle Istituzioni, a partire da quelle più vicine ai cittadini, chiediamo di cooperare con noi nella difesa dei diritti e delle pari opportunità di tutti, nessuno escluso".

Per queste motivazioni LEDHA, con l'adesione di FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali dei Disabili) rilancia la campagna di mobilitazione "Vogliamo andare a scuola!", invitando le famiglie anche quest'anno a inviare solleciti/diffida a tutti gli Enti di area vasta (ex Province e Città Metropolitana) per l'attivazione dei servizi di assistenza educativa, assistenza alla comunicazione e trasporto. Servizi indispensabili per alunni e studenti con disabilità per affrontare il prossimo anno scolastico 2016-2017 in condizioni di pari opportunità rispetto ai loro compagni.

 

17 maggio 2016