calcolatriceCasa e tassazione agevolata: si può fare di più

Fonte www.disabili.com - Un anno di IMU. Un anno con l'imposta che, in questi mesi, ha suscitato proteste e stimolato mobilitazioni tra le persone con disabilità, per la mancanza di un'aliquota agevolata unica, fissata a livello nazionale, da riservare a loro e ai familiari. Decisione lasciata invece ai singoli Comuni: bilanci in una mano, norme dall'altra, ognuno ha stabilito se applicare aliquote ridotte, e di quanto. A pochi giorni dal saldo finale dell'imposta – termine fissato per il 17 dicembre – che valutazioni si possono trarre?

A delineare la situazione è Pietro Barbieri, presidente di FISH (Federazione italiana per il superamento dell'handicap*).

Districarsi tra le tabelle delle aliquote IMU adottate dai vari Comuni non è semplice. Spiccano, però, alcune realtà che hanno applicato delle agevolazioni per le case delle persone con disabilità e delle loro famiglie. Ora che siamo arrivati al momento del saldo, state monitorando ancora la situazione, magari aiutati anche dai disabili e dai loro familiari?

«Il nostro confronto con i Comuni italiani è ad ampio spettro e, ovviamente, riguarda anche l'IMU, poiché questa imposta riguarda tutte le famiglie italiane, anche quelle in cui è presente una persona con disabilità. Ricordiamo che, per la parte di propria competenza, i Comuni possono prevedere agevolazioni per particolari categorie. In tal senso, sotto il profilo tecnico, poco cambia rispetto alla precedente normativa sull'ICI. Come per l'ICI tutto dipende dalle singole delibere comunali. I comuni, in Italia, sono circa 8.000 e quindi si può ben immaginare quale diversità vi possa essere nelle deliberazioni e nella individuazione dei beneficiari di eventuali agevolazioni. Alcuni Comuni le prevedono, altri no. Alcuni Comuni le prevedono per talune categorie di disabili o anziani, altri ne individuano di diverse».

In questi mesi, vi siete confrontati con sindaci e assessori? Qualcuno di loro vi ha chiesto una mano per capire meglio quali sono i problemi - anche economici - sostenuti quotidianamente da un disabile e dalla sua famiglia?

«Come già per l'ICI, anche per l'IMU abbiamo invitato tutte le associazioni a intervenire localmente presso il proprio Comune prima dell'approvazione delle deliberazioni sull'IMU. Infatti solo un'azione territoriale ha senso con queste premesse normative. In molti casi l'impegno diretto delle associazioni locali ha prodotto esiti favorevoli».

Nel complesso, qual è il vostro giudizio sugli interventi adottati e sulla loro diffusione, considerando anche il quadro fosco prospettato nei mesi scorsi?

«Ai Comuni rimane ben poco margine di azione. Bisogna ricordare per onestà storica quanto è successo. La Legge 214/2011, la cosiddetta Manovra Monti, non reintroduce l'ICI, ma anticipa al 2012 l'Imposta Municipale già prevista dalla norma sul cosiddetto Federalismo Fiscale, approvata dal Governo Berlusconi con Decreto Legislativo 14 marzo 2011, n. 23. Secondo questa disposizione le prime case sono soggette a un'aliquota dello 0,4% del valore catastale dell'immobile. I Comuni possono aumentare l'aliquota dello 0,2% o diminuirla della stessa percentuale. Sono previste alcune detrazioni forfettarie. La Manovra Monti fissa quindi un'aliquota di tassazione di riferimento, che i Comuni possono rendere, entro certi limiti, meno gravosa. Tuttavia, visto che lo Stato incassa comunque la metà del gettito previsto dall'applicazione dell'aliquota di riferimento, la "perdita" dell'agevolazione eventualmente concessa a favore dei propri Cittadini graverebbe direttamente sul Comune. Al tempo della discussione della norma FISH ha tentato ripetutamente di far approvare emendamenti che prevedessero agevolazioni a favore dei nuclei con persone con disabilità o non autosufficienti e che tali benefici fossero parimenti a carico dello Stato e dei Comuni. Purtroppo tali richieste, complice il clima politico ben noto, non sono approdate a nulla. A nulla è valso nemmeno l'ordine del giorno approvato alla Camera che chiedeva al Governo una modificazione in tal senso in sede di decreto attuativo».

L'IMU serve a dare ossigeno alle risorse dei comuni per finanziare servizi altrimenti carenti, e destinati anche alle persone con disabilità. Una considerazione del genere è sufficiente per giustificare eventuali agevolazioni non applicate?

«I conti si faranno alla fine della riscossione. È comunque singolare pensare che l'IMU possa risolvere i problemi finanziari dei Comuni, quando contestualmente gli stessi sono stati oggetto negli ultimi anni di una profonda riduzione dei trasferimenti, delle limitazioni del Patto di stabilità e di tagli lineari sempre più pesanti».

Che scenario prevedete, e quali soluzioni auspicate, per i pagamenti degli anni prossimi?

«Francamente la questione dell'IMU è solo una delle tante che condizionano i "bilanci" delle famiglie italiane. I dati Istat parlano chiaro. Nel 2011, l'11,1% delle famiglie è relativamente povero - per un totale di 8 milioni 173 mila persone -, e il 5,2% lo è in termini assoluti - 3 milioni 415 mila persone - . Le famiglie in cui è presente una persona con disabilità o una non autosufficiente sono ancora più a rischio. Di fronte a questi dati oggettivi crediamo vada complessivamente ripensato il sistema di tassazione e di imposizione sia per quanto riguarda l'IRPEF che per quanto riguarda le imposte locali, quali appunto l'IMU».

Per maggiori informazioni

Leggi l'ultimo comunicato stampa del Forum Terzo Settore sull'argomento

Leggi l'approfondimento del Consorzio La Rosa Blu sull'IMU

Leggi la news "Imu: nessun blitz del Governo"

3 dicembre 2012

* cui Anffas Onlus aderisce