persona al centro di vari professionisti

All'incontro del 16 marzo era presente anche Anffas. Vi riportiamo le nostre proposte.

Il 16 marzo scorso si è tenuto, presso il Ministero della Salute, un incontro del gruppo di lavoro sulla riabilitazione del Ministero, presieduto dal Sottosegretario On. Francesca Martini, al quale hanno partecipato i rappresentanti di molte associazioni.
L'obiettivo principale dell'incontro era quello di raccogliere le proposte delle associazioni stesse per la revisione delle Linee Guida per la Riabilitazione, risalenti al 1998.
All'incontro ha partecipato, con propri rappresentanti, anche Anffas Onlus Nazionale, presentando un documento contenente una serie di osservazioni e raccomandazioni sintetiche.

Riportiamo di seguito il comunicato stampa emesso dal Ministero della Salute ed il Documento presentato da Anffas Onlus:

COMUNICATO STAMPA MINISTERO DELLA SALUTE
Riabilitazione: Sottosegretario Martini presiede Gruppo di lavoro aperto alle Associazioni dei malati

Martini: "La riabilitazione rappresenta oggi una reale emergenza che dobbiamo affrontare a 360% al fine di tutelare il diritto alla salute sancito dall'art. 32 della Costituzione.
Necessarie la capacità di presa in carico globale del paziente con una visione di multidisciplinarietà e continuità assistenziale, la costruzione della rete di tutte le strutture del sistema e una corretta e puntuale informazione medico paziente sui servizi della riabilitazione."
Il Sottosegretario alla Salute On. Francesca Martini ha introdotto oggi i lavoti del Gruppo di lavoro per la revisione delle Linee guida sulla riabilitazione in Italia, da lei presieduto. Alla riunione odierna che si è svolta presso la sede del Ministero di Via Giorgio Ribotta hanno partecipato il Vice Presidente del Gruppo Dr. Giovanni Zotta e i due coordinatori scientifici Prof. Massimo Fini e Dr. Lino Del Favero. Sono intervenute inoltre le Associazioni dei pazienti che hanno avanzato istanze e proposte.
Nel corso del suo intervento il Sottosegretario Martini ha sottolineato: "la riabilitazione rappresenta oggi una reale emergenza che dobbiamo affrontare a 360% al fine di tutelare il diritto alla salute sancito dall'art. 32 della Costituzione.
Il lavoro di revisione delle linee guida del 1998 comporta, attraverso un concreto confronto, la valorizzazione delle diverse realtà territoriali mediante l'individuazione dei modelli organizzativi più efficaci. Occorre effettuare una attenta analisi della situazione attuale per far sì che nel nostro Paese l'accesso ai servizi di riabilitazione fornisca una risposta concreta ai reali bisogni dei pazienti considerati nella propria specificità. Oggi più che mai lo stato di salute e di benessere di una persona è visto strettamente collegato al grado di autonomia che questa riesce a mantenere nel corso della vita in presenza di patologie o relativamente ai processi naturali di invecchiamento per questo ho ritenuto necessaria ed inderogabile una profonda riflessione su questo segmento del nostro sistema di erogazione delle cure che coinvolga in stretta collaborazione con le Regioni tutti gli attori: a partire dai medici fisiatri, fisioterapisti, ma anche medici di famiglia e associazioni dei malati. Il mio obiettivo è quello di fotografare la nostra "realtà" nazionale per far sì che si possa investire in maniera equilibrata e corretta su quella che è ormai considerata una vera e propria emergenza sociale. La risposta ai bisogni riabilitativi vista nei propri trend di aumento deve rappresentare una strategia condivisa e ragionata di appropriato uso delle risorse, bilanciata scientemente su una organizzazione equilibrata delle necessità di cura, legate alla ospedalizzazione dedicata alle acuzie e delle prestazioni da erogare sul territorio.
Per questo è necessario il lavoro di costruzione della rete di tutte le strutture del sistema (Università, Irccs, Ospedali, Asl ed accreditati) in un obiettivo di organizzazione territoriale che garantisca la continuità della cura dalla fase più acuta a quella del reinserimento sociale. L'obiettivo da realizzare è l'individuazione di un modello ottimale all'interno di un percorso condiviso dal mondo scientifico, dai tecnici del settore e dalle associazioni di pazienti.
Voglio poi sottolineare l'importanza di una corretta e puntuale informazione al paziente sull'offerta riabilitativa, settore rispetto al quale c'è ancora una carenza diffusa di informazione".

OSSERVAZIONI ANFFAS ONLUS PER LA REVISIONE DELLE LINEE GUIDA SULLA RIABILITAZIONE

Anffas Onlus, Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale, nel valutare favorevolmente l'iniziativa del Ministero della Salute di aggiornare le "Linee guida per le attività di riabilitazione", ormai risalenti al 1998, nonché quella del gruppo incaricato di offrire la presente possibilità di confronto, ritiene che prima di entrare nel merito si debba tener conto anzitutto del profondo mutamento sia del quadro normativo di riferimento, che dei paradigmi culturali, fortemente ribaditi e sanciti anche dalla Convenzione Onu sui Diritti delle Persone con Disabilità .
Ciò, unanimemente, oggi si traduce nel superamento del modello medico verso il modello bio-psico-sociale.
Parimenti, si ritiene che le linee guida sulla riabilitazione debbano essere contemperate, soprattutto per le persone con disabilità intellettiva e/o relazionale, anche al concetto di abilitazione e rilevazione oggettiva dei bisogni ed intensità dei relativi sostegni (tramite strumenti quale la Support Intensity Scale - SIS - realizzata e validata dall'American Association on Mental Retardation e validata in Italia con la collaborazione di Anffas). Occorre, altresì che le redigende linee guida vengano assolutamente coordinate con altri fondamentali strumenti quali i Livelli Essenziali delle Prestazioni Sanitarie (LEA) , i redigendi LEP , il nomenclatore tariffario degli ausili, protesi ed ortesi, i profili professionali per le attività riabilitative, etc.
Effettuate tali premesse, Anffas segnala subito quale sia l'area di principale emergenza e quindi di priorità su cui, in base alla propria concreta esperienza, occorre assolutamente intervenire adeguatamente.
A tal fine, infatti, è la stessa comunità scientifica, unanimemente concorde, che sancisce come la diagnosi precoce e certa ed, allo stesso modo, l'intervento abilitativo-riabilitativo incidono in maniera inversamente proporzionale sul decorso delle disabilità intellettive e/o relazionali .
A maggior supporto di quanto sopra, si ricorda che Anffas ha collaborato alla stesura del secondo rapporto supplementare sull'applicazione della Convenzione Onu sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza realizzato nel corso del 2009 dal Gruppo CRC ed inoltrato al nostro Governo ed all'apposito Comitato dell'ONU, dal quale rapporto si desume chiaramente come in Italia, anche sul tema della diagnosi precoce e certa e sulla tempestività dei programmi riabilitativi, siano costantemente violate le norme imposte dalla Convenzione stessa.
Anffas, nell'elaborare il presente documento, ha ritenuto, quindi, di fare prioritariamente riferimento a quanto segue:
- le raccomandazioni della comunità scientifica che, come detto, unanimemente concorda come la diagnosi e la riabilitazione precoci siano premesse imprescindibili per un decorso più favorevole delle disabilità intellettive e relazionali;
- il rapporto supplementare CRC (Convention on the Rights of the Child) per il monitoraggio dell'applicazione della convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza;
- le raccomandazioni dell'OMS in tema di salute e disabilità .
Infatti, Anffas ritiene che gli attuali strumenti valutativi non siano sensibili a rilevare i bisogni abilitativi e riabilitativi delle persone con disabilità intellettiva e/o relazionale, tanto che potrebbe vedersene essere negato il diritto alla salute e configurare una concreta discriminazione.
Anffas, pertanto, come detto, auspica fortemente che vengano tenuti in debita considerazione i nuovi paradigmi culturali e scientifici riferiti al concetto di salute e disabilità a superamento della vecchia concezione di handicap e che siano adottate le classificazioni dell'OMS e in particolare:
- l'ICD 9CM per la diagnosi clinica;
- l'ICF e ICF CY per la valutazione funzionale e il bisogno assistenziale;
- le Support Intensity Scale per l'individuazione dei bisogni ed intensità degli stessi.
Si ribadisce che gli obiettivi dell'intervento riabilitativo sono:
- l'evocazione o il recupero di una competenza funzionale;
- rallentare la regressione funzionale;
- promuovere i facilitatori contestuali relativi sia ai fattori personali che ambientali.
La principale finalità della presa in carico abilitativa-riabilitativa è quella di favorire l'inclusione scolastica, lavorativa e sociale delle persone con disabilità, in contesti di assoluta normalità rispetto alla generalità degli altri cittadini e non già l'erogazione di prestazioni spesso solo fini a se stesse. In tal guisa, il processo inclusivo potrà essere perseguito solo attraverso un trasferimento di conoscenze inerenti la disabilità e di competenze riabilitative alle persone con disabilità, alle loro famiglie e alla comunità dove la persona vive.
L'intervento abilitativo-riabilitativo, quindi, oltre che focalizzarsi sulla persona, deve proiettarsi soprattutto nel contesto in cui la stessa vive. La riabilitazione, pertanto, può e deve attuarsi il più possibile dove la persona vive e non all'interno di strutture specialistiche .

Per tutto quanto sopra detto e prima di entrare nel merito delle singole richieste, Anffas ritiene di fondamentale importanza che il gruppo di lavoro preposto alla revisione delle linee guida sulla riabilitazione sia integrato da un esperto in materia di disabilità intellettiva e/o relazionale, con particolare riguardo all'età evolutiva, rendendosi sin d'ora disponibile anche a mettere a disposizione propri esperti.

Anffas su tali aspetti intende rivolgere al gruppo di lavoro le seguenti raccomandazioni:
- Prevedere "linee guida per l'età evolutiva" , pensate secondo le specificità bio-psico-sociali proprie della fase di crescita;
- Aggiornare i paradi gmi culturali e scientifici secondo i dettami OMS riferiti al concetto di salute e disabilità (con particolare riferimento all'ICF ed ICF-CY) a superamento della vecchia concezione di handicap;
- Promuovere percorsi di informazione/formazione a tutto il personale sanitario e socio-sanitario rispetto ai nuovi scenari culturali e scientifici;
- Richiamare il concetto di "superiore interesse del bambino" (art. 3 Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza). Le regioni pertanto devono potenziare i servizi riabilitativi rivolti ai bambini ed agli adolescenti;
- Prevedere che venga effettuata una rilevazione sistemica dei dati , con particolare riferimento a quelli dei minori che ricorrono nel nostro paese alle attività di riabilitazione, in quanto, allo stato, non esistono dati se non parcellizzati ai vari tipi di intervento e ciò incide negativamente sulla messa a punto di efficaci protocolli diagnostici abilitativi-riabilitativi;
- Definire con esattezza il concetto di "presa in carico" inteso come processo di diagnosi e cura precoce, certa, e continuativa all'interno del quale avviene l'attività di riabilitazione. Le linee guida in questo caso devono precisare chi fa, che cosa e stabilire a chi tocca la regia del processo, oltre alle risorse destinate (per es. promuovere e praticare il coordinamento tra i vari reparti sanitari che intervengono nel processo di riabilitazione);
- Richiamare l'attività di riabilitazione - nelle sue varie declinazioni: intensiva, estensiva etc. - tra i LEA al fine di superare l'eterogeneità dei welfare regionali che non sempre riconoscono la riabilitazione tra le attività esigibili e gratuite;
- Richiamare il ruolo "terapeutico"/attivo della famiglia quando è informata e formata sui diritti/procedure che caratterizzano la riabilitazione e promuovere in tal senso percorsi e servizi strutturati;
- Prevedere una normativa organica che consenta l'accessibilità ai servizi di diagnosi e cura su tutto il territorio;
- Promuovere la collaborazione tra i dipartimenti (o le unità operative) materno - infantili e riabilitative delle aziende sanitarie locali affinché condividano la valutazione e i programmi educativi e riabilitativi, non escludendo anche pediatri di base e medici di famiglia e strutture private accreditate;
- Promuovere la collaborazione tra scuola e centro di riabilitazione affinché vengano condivise le strategie degli interventi educativi e abilitativi-riabilitativi.

Inoltre, più in generale, Anffas ritiene, altresì, porre attenzione sui seguenti aspetti:
- Nelle Premesse delle Linee Guida del 1998 si prefigurava la necessità di risposte per la "tutela a vita" di soggetti completamente non autosufficienti o a responsività minimale, anche se poi si guardava più che altro agli stati di coma ovvero ai traumi cranioencefalici, senza alcuna specifica indicazione per le patologie cromosomiche e/o congenite connesse alla disabilità intellettiva. Occorre mutare il quadro di attenzione verso tali situazioni e chiarire in cosa debba consistere in tali casi la riabilitazione-abilitazione ;
- Sempre in tali premesse, si consideravano insufficienti i riferimenti all'ICD, dovendo tener presente l'ICIDH, ma oggi occorre tener presente, come sopra accennato, dell'ICF e dell'ICF -CY ;
- Al di là dei singoli Programmi Riabilitativi, occorre che sia previsto che il Progetto Riabilitativo Individuale si raccordi anche con il Progetto Individuale previsto dall'art. 14 Legge n. 328/2000 , assicurando la presa in carico globale e non solo "clinica" della persona;
- Occorre definire cosa sia la riabilitazione intensiva per le persone con disabilità intellettiva e/o relazionale che non hanno un periodo di post-acuzie della malattia;
- Occorre che venga dato rilievo all'inapplicabilità del limite dei 240 giorni per la riabilitazione estensiva in favore delle persone con disabilità intellettiva e/o relazionale ed analogamente il riferimento alla sola età anagrafica, tenendo conto che per le persone con disabilità intellettiva e/o relazionale l'età biologica non corrisponde con quella anagrafica,;
- Occorre indicare in allegato alle nuove Linee Guida di carattere generale anche quelle che attengono specifiche patologie (tipo linee guida sull'autismo, etc..);
- Occorre precisare che il superamento del 65° anno di età non è ostativo alla riabilitazione, dovendosi svincolare la riabilitazione dal necessario collegamento con l'età del paziente;
- Occorre fornire delle indicazioni circa le priorità nell'accesso alle prestazioni riabilitative (già, per es., ricordando la priorità riconosciuta alle persone con handicap grave ex art. 3 c. 3 Legge n. 104/1992 o in tenera età);
- Occorre prevedere l'emanazione di un'intesa Governo-Regioni-Province Autonome circa il contenimento dei tempi di attesa , per l'individuazione del Progetto Riabilitativo e dei Programmi Riabilitativi e l'inizio del trattamento terapeutico riabilitativo;
- Occorre che le persone con disabilità siano coinvolte nell'implementare le procedure per la gestione del rischio clinico.

Redatto a cura di:
Dott. Michele Imperiali - Presidente Comitato Tecnico Scientifico Anffas Onlus
Dott. Angelo Cerracchio - Componente Comitato Tecnico Scientifico Anffas Onlus
Dott. ssa Roberta Speziale - Responsabile Area Comunicazione e Politiche Sociali Anffas Onlus
Avv. Gianfranco de Robertis - Consulente Legale Anffas Onlus

(17 marzo 2010)

Per maggiori informazioni sul gruppo di lavoro:
visita la pagina dedicata sul sito del Ministero della Salute