Fonte www.personecondisabilita.it - Garantire la "tutela effettiva di tutte le donne" dedicando particolare attenzione alle donne con disabilità che molto spesso "a causa di stereotipi e pregiudizi non sono ritenute come potenziali vittime di abusi". È questa la richiesta presentata da LEDHA-Lega per i diritti delle persone con disabilità al Consiglio regionale lombardo nelle settimane in cui l'organismo regionale è impegnato nella stesura e nell'approvazione del "Piano quadriennale regionale per le politiche di parità, di prevenzione e contrasto alla violenza contro le donne".

A seguito di un incontro avvenuto il 13 gennaio scorso - quando i lavori per la stesura del Piano erano già stati avviati- LEDHA ha inviato al Consiglio regionale una serie di osservazioni alla proposta di deliberazione consiliare con l'obiettivo di contribuire costruttivamente ai lavori del Consiglio. “Il nostro emendamento ha tre obiettivi - spiega Luisella Bosisio Fazzi, tesoriera di LEDHA e membro del consiglio direttivo dell’European disability forum (EDF)-. Innanzitutto, far capire alle istituzioni che il fenomeno della violenza sulle donne e le ragazze con disabilità esiste. Il secondo, far emergere le donne dall’invisibilità di cui sono vittime. Infine, proporre emendamenti al testo e passaggi migliorativi”.

Nei confronti delle donne con disabilità, infatti, è particolarmente radicato un pregiudizio secondo cui non vengono nemmeno considerate come possibili vittime di abusi. Questo si traduce, in maniera molto concreta, nella mancata considerazione delle esigenze e dei diritti delle donne con disabilità nelle azioni legislative, di contrasto e prevenzione, di tutela e statistiche relative al tema della violenza di genere.

Al contrario, i pochi dati attualmente a disposizione dicono esattamente il contrario. Il 33% delle donne con disabilità che ha partecipato alla ricerca VERA (Violence, emergence, recognition and awareness, promossa da FISH*) ha dichiarato di avere subito una qualche forma di violenza, il 10% ha affermato di essere stata vittima di stupro. Nell’80% dei casi, si tratta di reati commessi da persona nota alla vittima.

“A differenza del piano nazionale, a cui fa riferimento, il piano regionale per il contrasto alla violenza sulle donne faceva già riferimento alle esigenze delle donne con particolare vulnerabilità - conclude Luisella Bosisio Fazzi -. Come movimento delle persone con disabilità proponiamo una modalità di dialogo costruttivo con il legislatore, che vediamo come un alleato per poter difendere al meglio i diritti delle persone con disabilità. In questo caso, quelli di donne e bambine” .

LEDHA ha inviato le proprie proposte a Regione Lombardia chiedendo che i diritti e le esigenze delle donne con disabilità vittime di violenza siano ancora di più rispetto al precedente piano presi in considerazione nel prossimo Piano regionale. Tra gli interventi richiesti una maggiore accessibilità della campagna "Non sei da sola", l'inclusione delle donne e delle ragazze con disabilità in ogni campagna di sensibilizzazione, la predisposizione e diffusione di materiale informativo accessibile (formato braille, sottotitoli, lingua dei segni, easy-to-read) su questo tema, formazione a tutti i livelli per la promozione dei diritti e il superamento di stereotipi e miti legati alla disabilita`.

*A cui Anffas aderisce