Fonte www.superando.it - «Se vogliamo costruire una comunità sempre più resiliente, ma soprattutto un modello di economia capace di sostenere i cittadini e i territori più fragili, di operare per la riduzione di povertà e diseguaglianze, di accrescere fiducia, coesione sociale e democrazia, il ruolo del Terzo Settore lombardo non va sottovalutato né posto ai margini»: lo dichiarano dal Forum del Terzo Settore* Lombardia, che ha prodotto in tal senso un ampio documento di analisi critica del “Documento di Economia e Finanza 2020-2023” della propria Regione.

«Nei mesi drammatici dell’infuriare della pandemia nella nostra Regione e nel nostro Paese, molte voci si sono levate nel riconoscere il contributo che il Terzo Settore, insieme a chi operava negli ospedali, ha svolto nella gestione dell’emergenza, attraverso i volontari della Protezione Civile, le Associazioni e le Cooperative Sociali che hanno curato la distribuzione di viveri e generi di prima necessità, che hanno mantenuto contatti con anziani soli e famiglie fragili, che si sono occupati di facilitare l’accesso alla didattica a distanza di molti studenti, che hanno continuato a garantire i servizi essenziali, non solo quelli di carattere sanitario e socio-sanitario, anche nei luoghi più esposti al contagio, e molto altro ancora. Oggi questi Enti e Organizzazioni si trovano ad affrontare una emergenza economica che rischia di pesare soprattutto su quanti non dispongono di patrimoni sufficienti a reggere mesi di attività ridotta o addirittura sospesa. Il rischio è la chiusura di molti servizi, con la conseguente diminuzione di posti di lavoro e dispersione di competenze e patrimonio relazionale e sociale, tutti elementi invece indispensabili per la costruzione di nuove risposte in uno scenario in profondo cambiamento, in cui povertà e disuguaglianze sono purtroppo destinate a crescere, con il loro corollario di rabbia e rancore, se da subito non verranno messe in atto politiche volte non solo a erogare risorse, ma capaci di offrire opportunità di sviluppo e cambiamento alle realtà economiche ma anche alle persone e famiglie in un quadro di equità e di sostenibilità. Questo passa anche da un riconoscimento e da un sostegno a quelle realtà del Terzo Settore che svolgono da sempre una funzione aggregativa di risorse, di partecipazione alla vita sociale, di tenuta e ricostruzione di legami tra persone, di presidio della democrazia».
Non potrebbe essere più chiara la premessa della lettera inviata da Valeria Negrini, portavoce del Forum del Terzo Settore Lombardia, ai competenti rappresentanti istituzionali della propria Regione, insieme a un’approfondita analisi del Documento di Economia e Finanza Regionale 2020-2023, a proposito delle scelte politiche generali, che riguardano gli investimenti per lo sviluppo della società lombarda.

«Ci rifiutiamo – dichiarano ancora dal Forum lombardo – di essere confinati al ruolo di “barellieri per le emergenze” o titolati a intervenire esclusivamente sulle fragilità sociali o le attività ludico ricreative, ma soprattutto – è questo il nodo centrale – senza alcuna funzione produttiva e capacità di creazione di ricchezza e sviluppo. Tutto ciò in palese contraddizione con quanto dimostrato dalle statistiche e dalle ricerche in campo economico».
A tal proposito vengono prodotti alcuni dati significativi, ad esempio quello riguardante il «numero delle istituzioni non profit che in Lombardia sono 55.000, coinvolgendo, con poco meno di 200.000 lavoratori, un milione e 100.000 volontari e producendo un valore di 17 miliardi e mezzo di euro, pari all’incirca al 4,5% del Prodotto Interno Lordo (PIL) lombardo».

«Se vogliamo costruire una comunità sempre più resiliente – concludono dal Forum -, ma soprattutto un modello di economia capace di sostenere i cittadini e i territori più fragili, di operare per la riduzione di povertà e diseguaglianze, di accrescere fiducia, coesione sociale e democrazia, il ruolo del Terzo Settore lombardo non va sottovalutato né posto ai margini». 

*Cui Anffas aderisce