italia_pezziIndagine di Redattore Sociale

Fonte www.affaritaliai.libero.it - In attesa che la manovra finanziaria trovi la sua forma definitiva, e appurato che i tagli già effettuati in passato hanno inciso sulle capacità di risposta territoriali, Redattore Sociale ha voluto verificare la situazione vissuta dalle regioni italiane, tutt'ora in fibrillazione in attesa di sapere come la scure si abbatterà su di loro.

Ecco allora un giro di orizzonte tra gli assessori al welfare, cercando di capire come si annuncia la situazione per il 2012 (anche in virtù della riduzione dei maggiori Fondi nazionali, in primis quello alle Politiche sociali), se c'è l'eventualità di adottare scelte dolorose, quali aree resteranno più scoperte per una eventuale diminuzione dei servizi, se si andrà verso una sempre maggiore integrazione socio-sanitaria degli stessi.

Grandi sono state in queste settimane le grida provenienti proprio dai territori e l'impressione è che le vere criticità causate dalla contrazione dei finanziamenti debbano ancora emergere. In molti casi, infatti, le regioni stanno ancora usando i fondi residui degli anni scorsi.

La panoramica parte oggi dalle regioni Veneto, Toscana e Puglia . Secondo l'assessore toscano Salvatore Allocca, "non siamo di fronte alle solite riduzioni di risorse al sociale, ma siamo davanti ad una precipitazione che lascia intravedere una vera e propria demolizione del sistema del welfare". E tra le conseguenze più vistose, cita per il 2012 il rischio di una impennata degli sfratti per morosità. Sempre per Allocca, particolarmente grave è che "questi drastici tagli governativi avvengono in presenza di un aumento della domanda dei bisogni, acuiti dalla crisi economica, dai processi di disoccupazione e dall'emergenza abitativa". Insomma, "a fronte di una crescita esponenziale dei bisogni delle persone, si risponde con una caduta verticale delle risorse ".

Più cauto l'assessore veneto Remo Sernagiotto, che indica punto per punto ciò che è disposto e non è disposto ad accettare: "La vera partita non è una partita economica. È una partita legata al bisogno di salute". E con riferimento alla non autosufficienza precisa: "Occorre definire i bisogni di salute delle persone in modo diverso da come li abbiamo definiti finora. Non mi servono più risorse. Io ho bisogno solo di questo: di definire in modo puntuale e preciso che non è il contenitore che definisce il bisogno e il Lea ma è la patologia".

Infine l'assessore pugliese Elena Gentile, secondo cui a breve i problemi potrebbero arrivare dalla capacità di co-finanziamento dei Comuni. E avverte: "Con l'azzeramento del Fondo non autosufficienza e di quello per le politiche sociali a rischio la programmazione sociale regionale per il triennio 2012-2014".

6 settembre 2011