Fonte www.personecondisabilita.it - Promuovere la medicina di comunità, potenziare i Distretti socio-sanitari, destinare alla salute mentale il 6% del budget sanitario regionale, investire nella ricerca, nella sperimentazione e nella formazione. Superare il ricorso alla contenzione nei reparti psichiatrici ospedalieri, così come nelle Rems e in carcere. Tutelare la salute fisica assieme a quella mentale.

Sono solo alcune delle richieste contenute nella piattaforma “È tempo di cambiare” sottoscritta dal Forum Terzo Settore Lombardia, da Alleanza delle cooperative italiane, Campagna per la salute mentale, URASAM, LEDHA-Lega per i diritti delle persone con disabilità, CGIL Lombardia, CNCA, Rete utenti salute mentale Lombardia, Club SPDC, Rete 180, Forum Salute Mentale e Garante dei diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Milano. La piattaforma rappresenta il punto d’arrivo di un percorso avviato il 2 ottobre 2020 con il convegno svolto a Palazzo Reale e vuole rappresentare un contributo verso la Conferenza nazionale per la salute mentale 2021 in programma a maggio.

“In questi mesi di crisi, di faticoso e doloroso periodo di pandemia da Covid 19,  è emersa con evidenza l’inadeguatezza di un sistema sanitario basato sull’ospedalizzazione della cura e sulla privatizzazione, nella nostra regione, di circa la metà delle delle prestazioni”, si legge nel documento. Questa situazione ha avuto pesanti ricadute anche per le persone con problemi di salute mentale, di dipendenza e per le persone con disabilità e tutte le altre situazioni di fragilità. “Ritenamo imprescindibile guardare alla persona in un’ottica strettamente connessa all’ambiente e al contesto di vita”, si legge nel documento in cui si chiede “un reale cambiamento prima ancora che nel modo di operare, nel modo di guardare al tema della salute, e in particolare della salute mentale”, si legge nel documento. Obiettivi come un budget di salute integrato di welfare di comunità, quale intervento personalizzato per un progetto di vita indipendente, l’integrazione sociosanitaria “devono passare dalle buone intenzioni o dalla disponibilità e apertura di pochi territorio a un’attuazione diffusa e doverosamente veloce in tutti i servizi”.

In quest’ottica, la stesura del nuovo Piano regionale salute mentale, dipendenze e disabilità per il prossimo triennio rappresenta l’occasione per disegnare e tracciare la strada per il necessario cambiamento di paradigma.

Le priorità individuate nella piattaforma sono la promozione della medicina di comunità, la riduzione dei Distretti socio-sanitari (riducendone le dimensioni, attualmente sono di circa 60mila abitanti) e la ridefinizione delle loro funzioni, riconoscendo il loro ruolo centrale nelle funzioni di programmazione, committenza  ed erogazione delle cure. I promotori della piattaforma chiedono di potenziare gli investimenti nella ricerca, di riconoscere e valorizzare il ruolo del terzo settore, tutelare la salute fisica insieme a quella mentale, superare il ricorso alla contenzione nei reparti psichiatrici ospedalieri, nelle REMS e in carcere. Infine, di destinare il 6% del bilancio del budget sanitario regionale alla salute mentale.