Fonte www.disabili.com - Il Parlamento ha approvato a larga maggioranza il PNRR - Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza - (detto anche Recovery Plan), ovvero il programma di investimenti che il Governo intende attuare con i finanziamenti che la Commissione europea metterà in campo per l’Italia nell'ambito del Next Generation EU, lo strumento per rispondere alla crisi pandemica provocata dal Covid-19.

Il PNRR, presentato alla Commissione Europea, contiene un gran numero di interventi, finanziamenti e riforme, previsti in particolare per riparare le problematiche causate dalla pandemia, in vari ambiti d’azione. I fondi a disposizione saranno in totale 221,1 miliardi, di cui 30,6miliardi di risorse interne e 191,5 miliardi dall’Unione Europea, che li darà al nostro Paese in forma di sussidi o prestiti a basso tasso d’interesse, da utilizzare entro il 2026.

Molteplici, dicevamo, gli ambiti in cui si innesteranno le riforme e gli interventi (il piano si snoda in 6 Missioni) come quelli per la coesione sociale, digitalizzazione, interventi di contrasto al cambiamento climatico. Sul fronte salute sono previsti 15,63 miliardi, con circa 4 miliardi per l’assistenza domiciliare e la telemedicina e e 2 miliardi per le Case di cura. Alla voce infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore viene inserito un programma di investimento di 11,17 miliardi, dove trovano spazio in particolare i principali interventi per le persone con disabilità, che annoverano, tra gli altri, innovativi percorsi di autonomia per individui disabili e la Legge quadro per le disabilità.

tabella con risorse del recovery plan per politiche per disabilita
Alle politiche per le persone con disabilità è dedicata una sintesi qui di seguito riportata:

LE PARI OPPORTUNITÀ PER LE PERSONE CON DISABILITÀ

Nel corso dell’attuazione del Piano, l’Osservatorio Nazionale sulla condizione delle persone con disabilità sarà coinvolto dalle amministrazioni competenti per monitorare che le riforme proposte (ad esempio giustizia, pubblica amministrazione, mercato del lavoro) siano adeguatamente inclusive.

Il Governo ha creato con la legge di bilancio 2020 un Fondo disabilità e non autosufficienza e ha allocato complessivamente €800 milioni per il triennio 2021-2023.

La prima riforma che verrà finanziata con queste risorse è finalizzata alla realizzazione della “Legge quadro della disabilità”. Questo si propone di realizzare pienamente i principi della convenzione ONU secondo un approccio coerente con la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea e con la recente "Strategia per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030" presentata a marzo 2021 dalla Commissione europea. In particolare, la riforma semplificherà l'accesso ai servizi, i meccanismi di accertamento della disabilità e potenzierà gli strumenti finalizzati alla definizione del progetto di intervento individualizzato All’interno del Piano sono previste le seguenti misure:

  • Nella Missione 1, si rimuovono le barriere architettoniche e sensoriali in musei, biblioteche e archivi, per promuovere una cultura dell’accessibilità del patrimonio culturale italiano.
  • Nella Missione 2 e nella Missione 3, gli interventi per la mobilità, il trasporto pubblico locale e le linee ferroviarie favoriscono il miglioramento e l’accessibilità di infrastrutture e servizi per tutti i cittadini.
  • La Missione 4 prevede una specifica attenzione per le persone con disabilità, nell’ambito degli interventi per ridurre i divari territoriali nella scuola secondaria di secondo grado.
  • La Missione 5 include un investimento straordinario sulle infrastrutture sociali, nonché sui servizi sociali e sanitari di comunità e domiciliari, per migliorare l’autonomia delle persone con disabilità.
  • Nella Missione 6, il miglioramento di servizi sanitari sul territorio permette di rispondere ai bisogni delle persone con disabilità, favorendo un accesso realmente universale alla sanità pubblica

Nel più generale ambito sociosanitario, si affianca una componente di riforma volta alla non autosufficienza, con l'obiettivo primario di offrire risposte ai problemi degli anziani. Tale riforma affronta in maniera coordinata i diversi bisogni che scaturiscono dalle conseguenze dell'invecchiamento, ai fini di un approccio finalizzato ad offrire le migliori condizioni per mantenere o riguadagnare la massima autonomia possibile in un contesto il più possibile deistituzionalizzato.

Di seguito, la sintesi contenuta nel Piano, degli interventi previsti per gli anziani non autosufficienti:

IL SOSTEGNO AGLI ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI

Per le persone anziane non autosufficienti, il Piano introduce diverse misure, strettamente legate tra loro, sia riguardo al rafforzamento dei servizi sociali territoriali finalizzato alla prevenzione dell’istituzionalizzazione e al mantenimento, per quanto possibile, di una dimensione autonoma (Missione 5), sia attraverso il potenziamento dell’assistenza sanitaria, soprattutto radicata sul territorio (Missione 6). Nella Missione 5, €500 milioni sono stanziati per il sostegno alle persone fragili e anziane per rafforzare i servizi sociali territoriali e “di prossimità”. Di questi, €300 milioni riguardano la riconversione delle RSA e delle case di riposo per gli anziani in gruppi di appartamenti autonomi. L’obiettivo è assicurare, per quanto possibile, la massima autonomia e indipendenza delle persone anziane, in un contesto nel quale viene garantita una esplicita presa in carico da parte dei servizi sociali e vengono assicurati i relativi sostegni. Questi interventi sono affiancati da una riforma tesa a introdurre un sistema organico di interventi in favore degli anziani non autosufficienti, finalizzato all’individuazione di livelli essenziali delle prestazioni.

Tale intervento è strettamente integrato con i progetti proposti nel capitolo sanitario del Piano (Missione 6), in particolare con la riforma dei servizi sanitari di prossimità e con l’investimento sull’assistenza domiciliare. In questa linea di intervento sono infatti stanziati fondi per il potenziamento dell’assistenza sanitaria e della rete sanitaria territoriale. In particolare, €2 miliardi saranno investiti per l’attivazione di 1.288 “Case della Comunità”, cioè punti di assistenza continuativa per la popolazione, in particolare per le persone fragili e gli anziani. Altre risorse sono invece stanziate per il potenziamento dei servizi domiciliari e la telemedicina. Tali investimenti hanno l’obiettivo di rafforzare i servizi sanitari di prossimità e domiciliari al fine di garantire un’assistenza sanitaria più vicina ai soggetti più fragili, come gli anziani non autosufficienti, riducendo così la necessità di istituzionalizzarli, ma garantendogli tutte le cure necessarie in un contesto autonomo e socialmente adeguato. Inoltre, questi investimenti si legano anche all’investimento previsto dalla Missione 5 per la valorizzazione delle aree interne. Infatti, una delle linee di questo intervento mira a potenziare i servizi e le infrastrutture sociali di comunità dedicati ai soggetti fragili, come gli anziani.