scritta_respinto"Il welfare non è semplicemente una spesa. E' economia, è valore, è lavoro"

Tratto da www.regioni.it - "Sono convinto che è nei momenti di difficoltà che bisogna fare le riforme – ha detto alla conferenza di Milano "Disegnamo il welfare di domani" - ma dobbiamo sconfiggere l'idea neoliberista dilagante".

E' necessaria una nuova prospettiva: "Il welfare non è semplicemente una spesa. E' economia, è valore, è lavoro". Secondo il Presidente della Conferenza delle Regioni è fondamentale per prima cosa mettere mano alla riforma fiscale: "Dobbiamo far tornare alla fedeltà fiscale milioni di italiani. Abbiamo un sistema fiscale tanto inestricabile quanto penetrabile. Ma ci vuole coraggio e tempo per cambiare il sistema e questa politica non l'ha".

Vasco Errani è poi tornato a sottolineare l'impossibilità di attuare il federalismo fiscale: "Con le ultime tre manovre finanziarie è stato azzerata qualsiasi possibilità di federalizzare il fisco. Gli enti locali non hanno più risorse".

E ha criticato la legge delega sull'assistenza : "E' un disastro perché trasferisce alle Regioni le competenze ma toglie risorse per 20 miliardi di euro". A Milano è stato poi presentato uno studio sulle possibilità di riforma il welfare nel nostro Paese: oltre cento pagine redatte da 14 esperti per riscrivere alla radice il sistema del welfare italiano. Un'operazione di progettazione che parte dal presupposto che i finanziamenti per la spesa sociale non aumenteranno in futuro.

Così nasce il documento presentato il 29 Settembre a Milano al convegno 'Disegnamo il welfare di domani' che chiede in particolare di attuare in materia quel federalismo che possa portare il livello decisionale ed economico sui territori. "E' necessario ripensare il welfare - spiega Emanuele Ranci, coordinatore del gruppo di lavoro - perché è disfunzionale rispetto alle finalità, inefficace rispetto agli obiettivi, inefficiente nel suo operare e perché occorre ottimizzare l'uso delle risorse''.

I fondi per le politiche socio-assistenziali infatti ci sono e sono anche consistenti: quasi 62 miliardi di euro, ovvero 4 punti del Pil. La proposta degli esperti riuniti da 'Prospettive Sociali e Sanitarie', la rivista dell'Istituto per la Ricerca Sociale, e' quindi quella di puntare sul decentramento ''per portare sul territorio non solo l'attuazione, ma anche la progettazione degli interventi, perché solo qui si possono cogliere le condizioni di bisogno", e' scritto nel testo.

Una 'rivoluzione' da accompagnare con la riduzione delle erogazioni monetarie, "difficili da controllare", a favore dell'offerta di servizi caratterizzata ''da un universalismo selettivo che, mantenendo invariato il budget di spesa renderebbe il servizio più equo ed efficace", prosegue ancora Ranci. "Si tratta di utilizzare meglio, ridistribuendole, le risorse attualmente disponibili - spiega il team di esperti - introducendo criteri di selettività rapportati alle condizioni economiche dei beneficiari valutate da un Isee rinnovato".

Il documento ha trovato l'apprezzamento anche del presidente dell'Emilia Romagna Vasco Errani e del sindaco di Milano Giuliano Pisapia, entrambi presenti all'iniziativa. ''E' nei momenti di crisi che si fanno le riforme'', ha osservato Errani che, come Pisapia, ha accolto favorevolmente l'idea di "demandare le decisioni agli enti locali - ha spiegato il sindaco - per arrivare a chi ha veramente bisogno".

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30 settembre 2011