censisÈ la stima presentata da Carla Colicelli, vicedirettore del Censis

Fonte www.superabile.it - C'è un dato che certifica con chiarezza l'invecchiamento della popolazione: la crescita degli ultracentenari, che dal 2002 al 2010 ha segnato un +165%. A fornirlo è Carla Collicelli, vicedirettore generale del Censis, intervenendo a Bologna alla terza edizione del Forum sulla non autosufficienza.

L'invecchiamento della popolazione si riscontra nelle patologie, che passano dall'acuzie alla cronicità, e in un aumento delle persone con disabilità. "La stima del Censis", spiega Collicelli, "vede 4,1 milioni di persone con disabilità nel 2010, il 6,7% della popolazione: nel 2020 saliranno a 4,8 milioni (7,9%) e nel 2040 a 6,7 milioni, il 10,7% della popolazione". Sarebbe un errore però pensare una popolazione più anziana sia automaticamente non autosufficiente. "Aumentano gli anziani non autosufficienti, ma aumentano anche gli autosufficienti", precisa Collicelli. Questa prospettiva, tuttavia, non sembra essere però acquisita dagli italiani. "Di fronte a una persona con disabilità motoria", continua la vicedirettrice del Censis, "il 68% delle persone pensa che la causa sia un incidente. Non si pensa in altre parole che la disabilità faccia parte del normale corso della vita, in qualche modo la si sottovaluta".

Sempre dalla percezione della disabilità si ricavano altre indicazioni: "di fronte a una disabilità il 91% delle persone manifesta solidarietà e l'82% esprime il desiderio di aiutare", continua Collicelli, "questo ci fa capire come permanga l'idea di un welfare familiare, basato sulla comunità". Si arriva così a quel sistema di welfare "fatto in casa" tipico dell'Italia, a cui si aggiunge la rete del volontariato e un massiccio ricorso alle badanti: nel 2008 erano 2 milioni e 412 mila le famiglie che vi facevano ricorso, cioè il 10% del totale.

"La famiglia è ancora molto affidabile", continua Collicelli, "ma ci sono delle contraddizioni: la conciliazione fra casa e lavoro è ancora un mito, mentre per le istituzioni la famiglia rimane invisibile, soprattutto a livello fiscale". Questo modello di welfare potrà reggere anche in futuro, con una popolazione sempre più anziana?

Secondo Collicelli il sistema "sarà messo a dura prova. L'Italia ha raggiunto negli anni un buon livello di protezione sociale, ma rimangono disparità territoriali e a seconda delle categorie. Il problema è come mantenere questa protezione e come assicurarla anche alle nuove generazioni".

Secondo Andrea Brandolini, economista del servizio studi della Banca d'Italia intervenuto al Forum, " bisogna scegliere fra due modelli: la categorialità, secondo cui i benefici dipendono dall'appartenenza a una determinata categoria, oppure l'universalità, che invece distribuisce i benefici fra tutti: entrambi i modelli si possono adottare, ma serve una scelta politica".

14 novembre 2011