Fonte www.laprovinciacr.it - Mezzo secolo di vita al servizio delle persone con disabilità. Anffas Crema compie 50 anni e intende festeggiarli come si deve.

Il ricco programma delle celebrazioni è stato presentato mercoledì 6 ottobre u.s. in conferenza stampa dalla Presidente dell’associazione, Daniela Martinenghi, da quello della Fondazione Alba, Paolo Marchesi, e dal Consigliere Giuseppina Brera. «Ricordo le prime riunioni, fatte con pochi genitori, in casa di mia mamma – ha spiegato Marchesi e poi nella prima sede in via Terni. Io ero un ragazzino ed erano gli anni in cui le persone con disabilità venivano ancora emarginate.. Di strada ne è stata fatta molta».

Questo bel traguardo merita una grande festa: «La festa della ripartenza» - come l’ha definita Martinenghi. Il programma dei festeggiamenti inizia con PolenAnffas che, a causa dell’emergenza Covid, prevederà solo l’asporto. I piatti preparati verranno consegnati presso il tendone dell’Anffas in via Mulini per le cene del 14, 15, 16, 21,22 e 23 e per i pranzi delle domeniche 17 e 24 (prenotazioni al numero 3425096503).

La dodicesima edizione è resa possibile grazie al sostegno della Bcc Caravaggio e Cremasco e del Parco del Serio.

Il programma proseguirà con un convegno, sabato 13 novembre, alla Casa del pellegrino, dal titolo «Anffas Crema, 50 anni di storia dalle radici al futuro». Dialogheranno con l’assistente sociale di Anffas Crema, Laura Bonomi, la pedagogista Irene Auletta, la responsabile dell’area autismo del polo di neuropsichiatria infantile e dell’età evolutiva di Anffas Il tubero, Raffaella Faggioli, e Marco Bollani, direttore della cooperativa sociale Anffas Come noi. In conclusione, aperitivo con accompagnamento musicale di Paola Beltrami.

I festeggiamenti si chiuderanno con l’inaugurazione l’11 dicembre di Io abito, il nuovo progetto per la vita indipendente di Anffas Crema, destinato a cinque persone con disabilità plurime. Nella casa realizzata in viale Santa Maria, si terrà il taglio del nastro.

«In questi anni sono cambiate le esigenze e le aspettative delle persone con disabilità – ha concluso Martinenghi. Questa è un’opportunità che stiamo strutturando insieme alle famiglie per rispondere alla delicata questione del Dopo di noi e plasmare l’autonomia e l’indipendenza di ciascuno. La casa vuole essere uno stimolo per far capire che possono esserci diverse forme di residenzialità destinate a persone con disabilità»