confusoUn provvedimento che ha sollevato gravi preoccupazioni

Fonte www.personecondisabilita.it -Il Consiglio Regionale ha approvato, il 14 febbraio, la modifica dei criteri per le richieste di partecipazione alla spesa dei servizi ma sembra inserire anche la quota sanitaria tra i costi cui chiedere la partecipazione dei cittadini. E' passato poco più di un anno dalla approvazione da parte della Giunta Regionale del progetto di legge di riforma dell'articolo 8 della legge regionale 2008 che affronta il tema della partecipazione alla spesa dei servizi.

Il 14 febbraio 2012 il Consiglio regionale ha approvato questo progetto di legge, dopo che la Commissione Sanità dello stesso Consiglio ha avuto modo e tempo di effettuare un'approfondita analisi del testo, ascoltando i pareri delle diverse parti in causa, istituzionali e sociali, coinvolte nella questione. Allora LEDHA si chiese, dandosi una risposta sostanzialmente positiva, se e in che misura il progetto licenziato dalla Giunta rappresentasse un passo in avanti, considerando tale il riconoscimento che per l'accesso ai servizi per le persone con disabilità si dovesse fare riferimento al solo reddito individuale, rispettando la normativa nazionale e venendo incontro alle richieste storiche delle associazioni: come punto critico si evidenziava la previsione di inserire nelle fonti di reddito anche le prestazioni economiche previdenziali e assistenziali fino ad ora correttamente escluse da questo computo.

Cosa è cambiato da allora? Il testo giunto ed approvato dal Consiglio regionale tiene di conto di quanto discusso ed analizzato in questi mesi: LEDHA esprime le sue perplessità, insieme ad altre organizzazioni di terzo settore, sulla scelta di voler inserire nel tema della partecipazione alla spesa dei servizi anche la quota sanitaria relativa ai servizi sociosanitari. Fino ad ora, correttamente, il tema della partecipazione economica dei cittadini ha riguardato solo la quota sociale dei servizi sociosanitari, così come previsto dalla Legge nazionale che definisce i Livelli Essenziali di Assistenza e come confermato dalla stessa Legge regionale.

La versione approvata dal Consiglio regionale che ha ulteriormente modificato il testo senza però fugare i dubbi e le preoccupazioni riporta: "Nel rispetto dei livelli essenziali di assistenza, la determinazione degli oneri per le prestazioni sociosanitarie erogate dalle unità di offerta sociosanitarie a carico del fondo sanitario è stabilita per tipologia di unità di offerta sulla base dello standard regionale di accreditamento, delle condizioni di salute della persona assistita e dei criteri di cui all'articolo 8, comma 2"

Come opportunamente ricordato nella lettera aperta inviata dal Forum Terzo Settore Lombardia a Margherita Peroni, relatrice della legge, "I Livelli Essenziali di Assistenza stabiliscono infatti che la quota sanitaria sia a carico del fondo sanitario delle regioni in una percentuale che va dal 50 al 70 % del costo, a seconda della tipologia di servizio. Questo riferimento sembra quindi scongiurare ogni pretesa di caricare sul cittadino assistito anche solo una parte di queste spese. Ma "i criteri di cui all'articolo 8, comma 2" sono esattamente quelli che istituiscono il nuovo Isee regionale, denominato "fattore famiglia lombardo" con cui si calcolerà la possibilità di far fronte a richieste di partecipazione ai costi dei servizi." Non si capisce ad oggi cosa accadrà quando la legge sarà applicata.

Si confida quindi che la Regione Lombardia chiarisca rapidamente e in modo inequivocabile la sua posizione, escludendo ogni possibile intervento a riduzione della quota sanitaria: nel frattempo il giudizio di LEDHA su questo importante ed atteso provvedimento non può che rimanere sospeso.

Rimangono anche in sospeso altri dubbi sui tempi di attuazione della legge, che prevede un periodi di sperimentazione di un anno in soli 15 comuni, anche in relazione all'annunciata volontà del Governo nazionale di voler provvedere in tempi brevi alla riforma della normativa nazionale in materia.

27 febbraio 2012