appesa a un filoAmara sorpresa facendo i conti sulle dichiarazioni del 2010

Fonte www.vita.it - In un articolo del Sole24 ore di oggi, Valentina Melis fa i conti sul 5 per mille sui redditi 2009 per arrivare a scoprire che in realtà senza nulla comunicare, lo Stato ha sforbiciato la quota spettante ai destinatari, trasformandola in un 4 per mille. Della cosa si era accorto settimana scorsa Carlo Mazzini sul sito quinonprofit.it

Secondo i conti fatti dal Sole, oltre 16 milioni di contribuenti italiani avrebbero devoluto nel 2010 per i redditi 2009 parte delle proprie imposte per un totale di 463 milioni di euro; essendoci in cassa poco più di 380 milioni, qualcuno avrebbe deciso di corrispondere quest'ultima cifra complessiva agli enti beneficiari, tagliando di ben 80 milioni quell'espressione di volontà di così tanti cittadini chiamata ormai impropriamente "5 per mille".

Nel 2009, nonstante la crisi, il gettito Irpof era aumentato dello 0,2% rispetto all'anno precedente. Ma i singoli ministeri si sono trovati cifre decuratte per erogare il 5 per mille: il ministero del Lavoro (competente per gli enti di volontariato e per le Onlus) avrà 253,5 milioni invece dei 300 spettanti.

Per fare qualche esempio delle ricadute: l'Airc che ha avuto 150mila firme in più rispetto all'anno precedente, avrà 6milioni in meno dal 5 per mille. Altro esempio quello della Lega del Filo d'Oro, che pur passando da 119.848 scelte contro le 116.859 del 2009, si trova a ricevere 450mila euro in meno.

«È un fatto grave"», ha commentato Rossano Bartoli , segretario generale della Lega del Filo d'Oro. «Gli enti non profit impegnano risorse in progetti pluriennali e ora non hanno più alcuna certezza sui fondi. Ci mobiliteremo per il rispristino delle quote che si spettano». Alza la voce anche don Luigi Ciotti: «È gravissimo che lo stato non rispetti le scelete dei contribuenti sul 5 per mille. Così si tagliano le risorse destinate anche ai servizi sociali e all'assistenza». Commenta Carlo Mazzini: «Oltre all'invito di leggere bene l'articolo, perché il nostro primo dovere di cittadini è essere informati prima di stracciarci le vesti, trovandoci di fronte ad una palese ingiustizia, dobbiamo chiederci cosa è opportuno fare».

21 maggio 2012