Fonte www.affaritaliani.libero.it - L'Italia è segnata da una progressiva erosione dei diritti umani e violazioni gravi e costanti: e' la fotografia del nostro Paese scattata da Amnesty International, che a Roma ha presentato l'edizione italiana del Rapporto annuale 2013 sui diritti umani nel mondo.

Si tratta di "una situazione con molte ombre, tra cui l'allarmante livello raggiunto dalla violenza omicida contro le donne, gli ostacoli che incontra chi chiede verita' e giustizia per coloro che sono morti mentre si trovavano nelle mani di agenti dello stato o sono stati torturati o maltrattati in custodia, la stigmatizzazione pubblica sempre piu' accesa di chi e' diverso dalla maggioranza per colore della pelle o origine etnica", ha commentato il presidente di Amnesty International Italia, Antonio Marchesi. Il responsabile dell'organizzazione ha ricordato l'Agenda in 10 punti per i diritti umani in Italia, presentata durante la recente campagna elettorale e sottoscritta dai leader politici attualmente al governo, invitandoli a "mantenere le promesse".

"E' piu' che mai giunto il momento di fare riforme serie nel campo dei diritti umani, non ci sono alibi", ha ribadito Marchesi, sottolineando che "non regge l'alibi della crisi, ammesso che considerazioni economiche possano valere a fronte della necessita' di proteggere valori fondamentali". Ugualmente, non "rappresenta un'obiezione valida la presunta limitazione dell'agenda del governo", dal momento che il parlamento e' stato eletto e il governo e' in carica e sono tenuti a "garantire l'attuazione delle convenzioni internazionali che il nostro Paese si e' impegnato a rispettare", ha concluso Marchesi.

Tra le segnalazioni nel rapporto, l'Italia viene chiamata in causa anche nell'ambito del programma di 'rendition' della Cia, ricordando la condanna di due alti dirigenti e tre agenti dei servizi segreti per il rapimento nel 2003 del cittadino egiziano Abu Omar, prima che l'agenzia americana lo trasferisse illegalmente in Egitto. Ugualmente, nel documento viene menzionata la condanna di tre alti funzionari della Cia e la grazia concessa nell'aprile scorso dal presidente della Repubblica a un ufficiale dell'Air Force statunitense, che era stato a sua volta condannato per il caso Abu Omar.

24 maggio 2013