Fonte www.invisibili.corriere.it - Avete letto bene. A volte l'Inps "aggrava" l'invalidità delle persone. Ma non nel senso che immaginate: nessun aumento di spesa sociale per pensioni di invalidità o indennità di accompagnamento. Quella che viene aggravata è l'invalidità dei cittadini che devono intraprendere l'iter per la certificazione e si trovano a percorrere un iter tortuoso, spesso un vero gioco dell'oca, tra ritardi, convocazioni doppie, sospensioni delle prestazioni, sorprese e imprevisti.

Lo avevamo già scritto pochi giorni fa, commentando le cifre fornite dalla Fish, la Federazione Italiana per il Superamento dell'handicap. Lo confermiamo adesso scorrendo le tabelle della documentatissima indagine realizzata da Cittadinanzattiva e raccontata assai bene da Maria Giovanna Faiella nel canale disabilità di corriere.it .
Mi sembra interessante notare come la situazione sia particolarmente critica per un ben preciso segmento di persone: i malati oncologici e le persone affette da malattie rare. Non stiamo parlando dunque davvero di "falsi invalidi", ma di cittadini (e di parenti) alle prese con una emergenza imprevedibile (un tumore) o con la certezza di una guarigione impossibile (malattie rare croniche e congenite ). Ecco, in questi casi lo Stato, e chi ne svolge le funzioni, dovrebbe interpretare il welfare nel migliore dei modi, anche dal punto di vista dei tempi, e dello stile. E invece succede che le persone a volte muoiano prima di vedere riconosciuto il diritto a prestazioni di tipo assistenziale che sono strettamente connesse al presupposto della certificazione di invalidità civile.

Fa effetto ad esempio leggere che i medici dell'Inps sono spesso assenti nelle riunioni delle commissioni delle Asl, di cui pure fanno parte in modo determinante, visto che la loro assenza determina spesso la necessità di una seconda visita, con costi e disagi del tutto evidenti ed evitabili. E lo dice la Corte dei Conti, non un'associazione di parte (ammesso e non concesso che le associazioni di tutela delle persone con disabilità possano essere considerate una controparte e non piuttosto un interlocutore importante proprio perché interessate ad evitare sprechi e attribuzioni indebite di denaro pubblico). Naturalmente anche le Asl ci mettono del loro, visto che l'informatizzazione delle pratiche procede a rilento, e dunque vanifica, almeno in parte, l'obiettivo ambizioso dichiarato dall'Inps di utilizzare solo procedure informatiche per snellire la burocrazia e garantire la massima trasparenza.

Il punto centrale di questa complessa vicenda è che l'obiettivo dello Stato non dovrebbe essere quello di "risparmiare" su questo tipo di spesa facendo di tutto per scoraggiare i cittadini che si limitano ad esigere un diritto fondamentale, sottoposto giustamente a una severa procedura di controllo. Lo Stato dovrebbe pagare il giusto, e farlo nei tempi corretti, senza ritardi, senza piccole o grandi vessazioni nei confronti dei cittadini. C'era una commissione parlamentare di indagine sui tempi e sulle modalità della certificazione d'invalidità. Forse è il caso che si proceda rapidamente a concludere questo controllo pubblico e adottare poi provvedimenti univoci e chiari, nell'interesse di tutti. Anche perché all'interno dell'Inps – va detto – ci sono persone spesso competenti e appassionate che vivono con crescente disappunto una situazione che comporta, quanto meno, un appannamento dell'immagine di un istituto di fondamentale importanza per la serenità delle famiglie italiane.

Leggi anche:
L'articolo su www.corriere.it di Maria Giovanna Faiella, CLICCANDO QUI
L'articolo sul nostro sito sul Rapporto di Cittadinanzattiva, CLICCANDO QUI

2 luglio 2013