Fonte www.vita.it - Incassare 153 milioni per spenderne 645, avendo nel frattempo provocato 43mila licenziamenti e cancellato servizi per oltre 500mila persone, in particolare tra anziani non autosufficienti e minori. È tutto in queste cifre il senso, ammesso che ve ne sia, dell'aumento dell'Iva del 150%, dal 4 al 10, sui servizi erogati dalle cooperative sociali.

Una misura prevista dalla legge di Stabilità, pensata per fare cassa senza tenere conto delle ricadute sociali, che dovrebbe diventare operativa dal prossimo 1 gennaio. Questa mattina (19 settembre 2013) a Roma l'Alleanza delle Cooperative sociali (9.600 imprese e 365mila occupati), ha chiamato a raccolta cooperatori, amministratori locali, parlamentari ed esponenti del governo per fare chiarezza su una misura che, se non verrà rivista, assesterà un duro al welfare locale.

"Sono 7 milioni le persone utenti che quotidianamente si interfacciano con le cooperative sociali – spiega a Vita.it, il portavoce Giuseppe Guerini. Rappresentiamo una grande infrastruttura di welfare, di politiche attive del lavoro, di sviluppo locale, siamo certamente la più grande rete d'impresa sociale d'Europa e una delle più significative del mondo. Nel decennio 2001-2011 gli occupati nelle nostre imprese sono cresciuti del 115%, contribuendo per il 38% al saldo occupazionale complessivo dell'Italia.Rappresentiamo un modello a cui si guarda con interesse in tutto il mondo. Siamo uno dei cantieri più importanti di innovazione sociale. Il 60% delle cooperative sociali copre nuovi rischi lasciati scoperti dal welfare istituzionale. Siamo un motore di sviluppo del welfare, tra i protagonisti attivi dei processi di cambiamento e riorganizzazione della spesa sociale. Nonostante ciò sulle nostre teste pende una misura pensata per fare cassa ma che paradossalmente non produrrà alcun effetto benefico per l'erario, anzi, tra costi diretti e indiretti peserà ogni anno sul bilancio dello Stato per 645 milioni invece dei 153 milioni di entrate previste".

Come unico effetto produrrà il taglio di 43mila posti di lavoro e la riduzione dei servizi per 500mila persone.

Guirini aggiunge: «Alla politica oggi chiediamo di abbandonare un modo di intendere lo sviluppo che in questi anni ha mostrato tutti i suoi limiti e ridefinire l'ordine delle priorità con cui affrontare i problemi economici e sociali. Uno dei più grossi problemi, l'elemento che oggi più ci preoccupa è l'incremento dell'Iva per le prestazioni socio sanitarie, educative e sociali garantite dalle cooperative sociali. Un provvedimento poco avveduto voluto dal precedente Governo che rischia di cospargere sale sulla ferita aperta di un sistema di protezione sociale ampliamente provato e ridimensionato».

Una preoccupazione fatta propria del ministero del Lavoro, Enrico Giovannini, secondo cui le richieste della cooperazione sociale sull'Iva «non solo sono sensate ma anche legittime, e a cui vanno date risposte guardando al futuro e non solo presente. La cooperazione so ciale – ha aggiunto nel suo intervento - con le sue proposte pone l'accento su questioni che inevitabilmente faranno parte del nostro futuro ma che per essere ben governate devono essere affrontate oggi. Quella sociale, ma la cooperazione in generale, con la sua visione dell'economia e della società, non rappresenta un retaggio del passato ma uno dei protagonisti del nostro futuro»

Per approfondire

Leggi l'articolo "Aumento IVA per le coop sociali: a rischio 42.800 occupati"

20 settembre 2013