Fonte www.grusol.it - Benché i tagli alla spesa pubblica e la perdita di posti di lavoro rendano la vita delle famiglie sempre più difficile, le fondazioni bancarie non sono riuscite ad accrescere il loro ruolo nell'ambito del terzo settore. Un mancato progresso che si spiega anche con la loro struttura di governance.

CDA POCO COMPETENTI

In un precedente articolo sono stati posti in evidenza i mancati progressi delle fondazioni bancarie sul fronte della dotazione patrimoniale, della diversificazione dei rischi e della redditività. Qui ci si vuole invece concentrare sull'efficacia degli interventi messi in atto dalle fondazioni nell'ambito del terzo settore e di come questa attività sia legata alla loro governance. L'inefficacia e inefficienza delle fondazioni bancarie italiane non è certo una novità.

Le fondazioni tendono ad avere una scarsa diversificazione del proprio portafoglio. Al tempo stesso erogano finanziamenti su un ampio spettro di attività, senza una programmazione strategica coerente con i vincolifinanziamenti statutari e normativi. Negli ultimi anni, d'altra parte, non si è registrato un loro ruolo significativo nello sviluppo del terzo settore, dell'housing sociale e di iniziative imprenditoriali innovative a livello locale. Questi aspetti sono strettamente legati al tipo di governance, caratterizzata da una selezione nongovernance efficiente del management e da costi di funzionamento eccessivi.

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7 ottobre 2013