Fonte www.grusol.it - La cronaca nazionale e locale degli ultimi giorni ci ha ancora una volta messo di fronte ad una realtà che purtroppo conosciamo bene, dal momento ognuno di noi genitori di bambini e ragazzi con autismo si è trovato almeno una volta, ma più spesso ripetutamente, a subire simili esperienze di esclusione nell'arco della vita scolastica dei nostri figli. L'ultimo episodio, che è comparso anche sui media nazionali, si è verificato ad Ancona, nella scuola elementare Montessori: a un bambino con autismo è stato impedito di entrare, adducendo banali motivazioni di natura burocratica, e trattandolo come se fosse affetto da una malattia infettiva.

I genitori avevano chiesto di trasferirlo in un altro istituto, pensando che frattempo il bambino avrebbe potuto continuare a frequentare la scuola Montessori. Non solo: sembra anche che l'insegnante di sostegno si rifiuti di seguire l'alunno nella nuova sede scolastica…. In tutta sincerità non riusciamo a capirne le ragioni, dal momento che lo scorso anno abbiamo subito personalmente questa esperienza, conclusasi con l'obbligo imposto agli insegnanti di seguire il ragazzo.

Per ovvie ragioni di continuità didattica, di benessere dell'alunno, e anche per evitare un danno erariale, in quanto gli insegnanti stessi sarebbero rimasti nella vecchia scuola, senza alunno da seguire. Quasi ogni giorno leggiamo di bambini e ragazzi con autismo relegati in stanzini, o lasciati vagare e combinare guai nelle scuole, oppure contenuti, insultati brutalmente e picchiati, come nel caso di Barbarano (Veneto).

Dobbiamo accettare che ogni anno si verifichino situazioni simili, da cui l'Istituzione Scolastica non trae insegnamento per costruire buone prassi che tutti gli istituti debbano seguire, ma che invece costringe ogni anno le famiglie e i bambini/ragazzi a rivolgersi ai media o ai tribunali amministrativi perché ne vengano tutelati i sacrosanti diritti?

Le persone con autismo a volte sono problematiche, ma non per loro natura: le loro reazioni sono una difesa nei confronti di un mondo esterno che non riescono a gestire, a causa di percezioni sensoriali alterate, difficoltà o mancanza di comunicazione, dolori fisici che non riescono ad esprimere, frustrazione per non essere capiti. E allora devono pagare per questo? Debbono pagare perché chi si dovrebbe prendere cura di loro non ha una formazione adeguata per poterlo fare?

Theo Peeters, massimo esperto mondiale di TEACCH (una modalità abilitativa per l'autismo), dopo una visita in Italia si trovò a dire: «Quando sono venuto in Italia e mi hanno detto che qui si praticava l'inclusione totale, mi sono stupito e ho pensato: "Accidenti devono avere scoperto qualcosa che io non so! Quando poi ho potuto osservare come si lavorava nelle scuole, mi sono detto che se per inclusione s'intende semplicemente far sedere i bambini con autismo nelle stesse classi degli altri, allora c'è qualcosa che non va».

Sicuramente ciò che è accaduto ad Ancona non tocca i livelli di abbrutimento delle insegnanti venete, ma non per questo i genitori dell'ANGSA Marche lo sottovalutano, e sono disponibili, come sempre, e per il futuro, ad accogliere e aiutare le famiglie in difficoltà, anche costituendosi parte civile, come ha fatto l'ANGSA Nazionale nel caso del Veneto.

Porteremo inoltre le nostre istanze e la nostra costruttiva esperienza al tavolo di concertazione della nuova Legge per l'Autismo che la Regione Marche si appresta ad elaborare proprio in questi giorni.

ANGSA (Associazione Nazionale Genitori Persone Autistiche) MARCHE ONLUS - angsamarche@libero.it

21 ottobre 2013