Fonte www.vita.it - Italiani sempre più altruisti e pronti a fare del bene nonostante la crisi . È questo uno dei cinque valori che emergono nella ricerca del Censis "I valori degli italiani 2013. Il ritorno del pendolo", presentata a Roma. Ma quali sono le macro categorie in cui si manifesta questo ritorno alla bontà? Eccole.

ALTRUISMO La voglia di altruismo c'è, tanto che aiutare chi è in difficoltà trasmette maggiore energia positiva che non l'idea di occuparsi del proprio benessere in palestra o in un centro estetico. Il 29,5% degli italiani afferma di ricevere moltissima carica dalla possibilità di aiutare qualcuno in difficoltà, e la percentuale rimane costante in tutte le classi di età, segno di una voglia comune di ritrovare l'altro. Soprattutto se si pensa che la possibilità di fare qualcosa per il proprio benessere, come andare in palestra o fare massaggi, darebbe molta carica a una quota inferiore (il 16%) dei cittadini.

DISPONIBILITA' Il 40% degli italiani si dice molto disponibile a fare visita agli ammalati. Più del 36% si dice pronto a rendersi disponibile in caso di calamità naturale, per contribuire al bene comune. Il 37% si dice molto o abbastanza disponibile a dare una mano nella manutenzione delle scuole (il 21% è "molto" disponibile). Questa percentuale al Sud aumenta fino al 41%, 6 punti percentuali in più rispetto al Nord-Ovest: evidentemente, laddove il bisogno è più forte, gli italiani sono pronti a mettersi in gioco. Anche per la manutenzione delle spiagge e dei boschi, più di un terzo degli italiani si dice pronto a collaborare (il 34%), mentre il 37% si trincera dietro un più interlocutorio "forse". Anche in questo caso al Sud l'energia potenziale sembra maggiore (la percentuale sale al 36%) rispetto al Nord-Est (33%), dove probabilmente l'emergenza è meno sentita.

AMORE PER GLI ALTRI, FEDE L'amore più forte rimane quello per le persone che ci sono vicine: l'80% degli italiani afferma di amare moltissimo i propri familiari, il 64% il proprio partner, il 22% i colleghi di lavoro. Il 26% ritiene di vivere in un territorio in cui la coesione sociale è forte, per il 64% è discreta, solo il 9% pensa che sia modesta. E soltanto il 10% pensa che l'onestà dei cittadini che abitano nel suo territorio sia scarsa. Il 59% degli italiani, dice ancora la ricerca del Censis, afferma che curare la propria spiritualità procura una buona dose di energia positiva. Si diffonde una sorta di "papafrancescanesimo". La figura del nuovo Papa sta risvegliando in molti l'interesse non solo per la fede, ma più in generale per la vita spirituale e il gusto per una certa frugalità nei consumi.

COLLABORAZIONE E quale cultura del lavoro si affermerà nel prossimo futuro? Meno competizione e più collaborazione? Il 35% degli imprenditori italiani ritiene che collaborare bene con i colleghi darebbe molta carica. E così la pensa quasi il 31% degli artigiani.

PREOCCUPAZIONE Ma non tutti gli italiani dormono sonni tranquilli. Oggi l'85% si dice preoccupato e il 71% indignato, ma solo il 26,5% dice di sentirsi frustrato e il 13% disperato. Al contrario, il 59% degli italiani si sente vitale (e anche il 48% degli over 65 anni). Le preoccupazioni e l'indignazione, non solo non si sono mutate in frustrazione e disperazione, ma non hanno indebolito la vitalità individuale. Il Paese è tutt'altro che spento. Semmai è in attesa di un segnale: il 46% degli intervistati ammette di trovarsi nella condizione in cui vorrebbe fare qualcosa, ma non sa che cosa. Si tratta di un riposizionamento forse solo ideale, solo immaginato, una voglia di recuperare i beni morali come "beni rifugio" in un contesto che percepiamo come degradato. Inoltre, si avverte l'assenza di una regia che coaguli tutte le energie: il 67% degli italiani non si sente rappresentato da nessuno.

7 novembre 2013