Fonte www.vita.it - E' arrivato il via libera del Senato alla fiducia posta dal Governo sul maxiemendamento sostitutivo della legge di Stabilità. I sì sono stati 171, i no 135.

Per Stefano Fassina «ci sono tre punti importanti, di cui il primo sono i 100 milioni in più per le non autosufficienze. Sembra un aspetto marginale. Credo, invece, che sul piano della politica sociale sia un segnale in più. Era da molti anni che il Fondo per le non autosufficienze non raggiungeva 350 milioni, e questo è avvenuto in un quadro dove le nostre difficoltà e i vincoli di finanza pubblica certamente non si sono attenuati rispetto a quelli degli anni scorsi». Il secondo punto sono «i passi avanti importanti per quanto riguarda i lavoratori precari», con l'impegno a intervenire per migliorare l'indicizzazione delle pensioni. Infine «vi è un importante intervento, seppur in via sperimentale, per il contrasto alla povertà: l'introduzione di un reddito minimo di inserimento in alcune grande aree metropolitane, che avvia un percorso per il contrasto alla povertà e l'inserimento lavorativo».

La legge di stabilità quindi va a ricostituire il fondo per le non auto sufficienze, con una implementazione per una cifra di 75 milioni, oltre i 25 appostati per il ripristino del fondo per l'assistenza domiciliare a malati affetti da disabilità gravissime.

«Non c'è un segno positivo, anzi, c'è un segno negativo», ha detto il senatore Lepri «per quanto riguarda i fondi per le politiche sociali e i giovani; c'è un nulla di fatto, cioè nessun aumento, nonostante una mozione votata in quest'Aula, per il contrasto alla povertà, e fanno bene i colleghi che sono intervenuti prima di me a ricordare la drammatica situazione di milioni di italiani che vivono in una

condizione sempre più precaria. Sui figli a carico non vi sono segnali particolari, se non probabilmente - ce lo auguriamo - le detrazioni per figli a carico sul TRISE (o come si chiamerà il nuovo tributo locale); contiamo per lo meno che siano confermati gli stessi sgravi previsti lo scorso anno».

La legge di stabilità va anche a sanare un nodo problematico legato agli hospice e all'assistenza dei malati terminali: grazie a un emendamento ad hoc «i medici in servizio presso le unità di cure palliative, anche se non in possesso di una specializzazione ma con un'esperienza almeno triennale nel campo, sono comunque idonei a operare nelle strutture». La metà di essi, avendo iniziato a lavorare prima della legge 38/2010 non ha la specialità prevista dalla legge e rischiava quindi lo stop.

La legge ora passa all'esame della Camera.

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2 dicembre 2013