Fonte www.vita.it - Si moltiplicano in queste ore le proposte del terzo settore volte e migliorare e integrare la legge di stabilità (che un tempo si chiamava finanziaria, quindi porta con sé i fondi per fare qualsiasi cosa), proposte che quasi sempre vengono rispedite nei fatti al mittente con una sola giustificazione: mancano i soldi.

Le risorse non ci sono, accontentatevi, è il messaggio. Anzi, dicono dal governo, "abbiamo già fatto troppo, per il poco che avevamo a disposizione".

Ma davvero quest'anno si è raschiato il fondo del barile, facendo tutto il possibile per recuperare fondi senza, come sbandierato qualche settimana fa da Letta, tagliare la sanità? Spulciando tra le pieghe della legge, Vita ha fatto interessanti scoperte. Non tanto cercando quello che c'è, ma quello che è (per ora) sparito, come l'annunciato aumento dal 20 al 22% della tassazione sulle rendite finanziarie, "sostituita" dal ritocco al rialzo dell'imposta di bollo sui dossier titoli e depositi.

Perché si è voluto salvare gli speculatori e colpire invece, per esempio, i possessori di titoli di Stato? E ancora. Un altro settore della spesa pubblica che non ha risentito di tagli è quello delle spese militari: in totale questa legge di stabilità, secondo i calcoli di Rete Di s armo (che legge nelle pieghe della normativa e recupera dati "sparsi" nei bilanci di più ministeri) prevede di destinare oltre 23 miliardi di euro per mantenere una "macchina da guerra" in gran parte obsoleta e inutile; di questi, realisticamente 3 miliardi potrebbero essere meglio usati da subito, togliendo 500 milioni alle missioni all'estero, visto che oltretutto nel 2014 è previsto il ritiro dall'Afghanistan, e destinando ad altri ruoli il personale della Difesa in esubero, per esempio alla Protezione civile, fatta in Italia quasi solo da volontari.

Tre miliardi dal taglio alle spese militari, un miliardo dalla tassazione sulle rendite finanziarie farebbero già 4 miliardi in più, ma non è finita: se il governo non avesse clamorosamente condonato la maximulta che la Corte dei Conti aveva previsto per 10 concessionari delle slot machine, già condannati a pagare 2,5 miliardi di euro per evasione fiscale (verseranno invece solo 500 milioni), il bilancio dello Stato potrebbe oggi contare su ben 6,5 miliardi in più, sufficienti per realizzare misure urgenti e necessarie come, per esempio, un vero piano straordinario contro la povertà (che secondo le stime di Giovannini ne costerebbe "solo" 1 e mezzo) oltre al potenziamento di tutti i fondi sociali, la stabilizzazione del 5 per mille e, magari, i sospirati interventi per sostenere le famiglie e il welfare.

Ma evidentemente gli interessi delle armi, dei signori della finanza e del gioco d'azzardo pesano di più.

2 dicembre 2013