Fonte www.personecondisabilita.it - La delibera delle regole si configura come un atto programmatorio articolato e complesso, all'interno del quale si trovano indicazioni su tematiche molto ampie e diversificate. Anche circoscrivendo l'attenzione al solo ambito della disabilità gli argomenti affrontati sono molteplici e molto diversi fra loro. In questa prima fase di analisi è quindi conveniente cercare di cogliere gli elementi essenziali e trasversali, di interesse per le persone con disabilità, lasciando poi a specifici aggiornamenti tematici, gli approfondimenti particolari. A nostro avviso gli elementi di maggior interesse per il mondo della disabilità sono:

•Attivazione dei Gruppi di lavoro congiunti tra DG Salute e DG Famiglia - integrazione socio - sanitaria

•L'avvio di una riflessione sugli strumenti di valutazione multidimensionale per la disabilità

•La definizione dei costi standard delle RSD

•La fine delle sperimentazioni in ordine ai Consultori - Centri per la famiglia e degli Sportelli unici per il Welfare

•La rinnovata attenzione ai minori con disabilità

•Alcuni passaggi dei contratti tipo sia di rapporto Asl - Enti gestori che Enti gestori - persone con disabilità

Gruppi di lavoro - La delibera prevede l'attivazione di gruppi di lavoro congiunti DG Salute e DG Famiglia sui temi dell'integrazione tra Sanità e Sociosanitario e sulla riorganizzazione delle Neuropsichiatrie. E' un segnale importante che evidenzia la consapevolezza che si sta mettendo mano a questioni complesse e delicate, che mal si prestano ad interventi precipitosi. Sul tema dell'integrazione socio-sanitaria, cavallo di battaglia di tutte le prime delibere di giunta promosse dall'Assessorato famiglia di questa X legislatura, è molto interessante notare come si prenda correttamente atto delle difficoltà incontrate nel passare dalle parole agli atti. Un'attività di studio e di lavoro che, ci si augura, possa essere essa stessa "integrata", ovvero capace di coinvolgere sia i territori che i diversi attori istituzionali coinvolti.

Strumenti di valutazione multidimensionale per la disabilità - La valutazione multidimensionale del bisogno è un punto centrale del processo di riforma: dovrebbe essere il primo passo della presa in carico della persona e, per questo motivo, viene richiesta una valutazione non semplicemente sanitaria ma multidimensionale, che comprenda anche gli aspetti personali, familiari e soprattutto sociali che determinano le condizioni di vita della persona. Nella scelta dello strumento di valutazione, la delibera compie una scelta decisiva nel campo delle persone anziane non autosufficienti (preferendo il sistema di valutazione VAOR), mentre per quanto riguarda le persone con disabilità la scelta dello strumento viene rimandata al 2014. Una opportunità per un approfondimento non solo tecnico, dato che la preferenza per uno strumento è sempre figlia di una scelta più ampia delle finalità del processo di valutazione.

Definizione costi standard RSD - Sempre nel corso del 2014 saranno stabiliti i costi standard delle RSD. Un provvedimento atteso, che segna il passaggio dal quasi mercato dove anche il costo del servizio diventa uno degli elementi di competizione fra enti gestori, ad un maggior peso dell'ente pubblico nella regolazione del sistema di offerta. La definizione del costo standard è anche la premessa necessaria per la revisione dello strumento SIDI (di tariffazione del costo, in base al livello di assistenza richiesto) che possa permettere alla Regione di definire la cosiddetta quota sanitaria, di sua competenza, nel rispetto di quanto previsto dalla normativa nazionale (DD.PP.CC.MM 14/02/2001 e 29/11/2001). In questa fase si dovrà porre l'attenzione alla tipologia ed alla intensità delle prestazioni da considerare "coperte" dal costo standard, anche tenendo presente che il nuovo Isee ha stabilito che bisogna considerare parte integrante di questi servizi anche tutte le " prestazioni strumentali ed accessorie alla loro fruizione", tra le quali è doveroso considerare, ad esempio, i servizi di trasporto e di mensa.

Fine delle "sperimentazioni" - Sempre nel corso del 2014 finiranno le sperimentazioni avviate nell'ultima fase della precedente legislatura. L'esito di queste iniziative porterà alla definizione di nuovi standard di servizio. Particolare attenzione merita il passaggio dei Consultori a Centri per la Famiglia, che dovranno farsi carico anche delle persone con disabilità, ma anche la messa a regime degli Sportelli Unici per il welfare in fase di sperimentazione già in 7 Asl. In entrambi i casi, al di là delle questioni specifiche, ci si chiede quale sarà il "posto" di queste nuove opportunità nell'organizzazione del sistema del servizio e, in particolare, nei processi di presa in carico. Il rischio evidente è quello di creare ulteriore frammentazione di fronte alla necessità dichiarata di integrazione dei sistemi sanitari, socio-sanitari e sociali. La domanda di fondo è quella di capire chi avrà la responsabilità della presa in carico, globale ed integrata, delle persone con disabilità e quali ruoli dovranno giocare gli altri attori del sistema.

Minori con disabilità - In diversi passaggi la delibera dimostra una grande attenzione per i bambini e i ragazzi con disabilità. Si tratta di un'area di intervento che per lungo tempo sembrava essere garantita, sia per la tradizione dei servizi che dalle norme specifiche. Negli ultimi anni però si sono registrate una serie di difficoltà e sofferenze a rispondere in modo tempestivo ed adeguato ai bisogni e ai diritti dei minori con disabilità per via di un forte incremento della domanda a cui ha fatto da contraltare una progressiva contrazione (o anche solo non adeguamento) di risorse e competenze sia del mondo della scuola, così come dei servizi sociali comunali e delle Neuropsichiatrie infantili e dei Centri di riabilitazione. La Regione riconosce e prende atto di queste criticità e prevede di farvi fronte attraverso uno specifico Gruppo di lavoro ma anche attraverso la messa a sistema di alcune significative esperienze nel campo della riabilitazione.

Contratti tipo sia di rapporto Asl - Enti gestori che Enti gestori - persone con disabilità - L'allegato 4 alla delibera delle regole si conclude con la presentazione dei "contratti tipo" che dovranno regolare sia il rapporto tra Asl - Enti gestori che il rapporto tra Enti gestori - Persone prese in carico. All'interno di questi due documenti si segnalano due passaggi critici che si presume siano due "incidenti di percorso" che richiedono però altrettanti interventi correttivi da parte della DG Famiglia. Nel primo caso il contratto sembra precludere la possibilità di poter frequentare contemporaneamente un Centro diurno ed una Comunità, contraddicendo quanto più volte affermato dalla stessa DG come necessità di flessibilità nell'accesso e nella gestione dei servizi.

Nel secondo caso si segnala la mancata previsione della presenza del Comune come soggetto sottoscrittore del contratto e quindi senza prevederne alcun ruolo nella copertura della quota sociale. Un contratto che quindi, in caso di morosità, può prevedere la dimissione "dell'ospite" come unica possibilità di tutela degli interessi economici: una via non realizzabile nel concreto nel momento in cui l'unità di offerta si caratterizza come strumento di rispetto dei LEA e senza contare che, anche in caso di un percorso di "dimissioni protette", non è vero che "un posto vale l'altro"come viene spesso dichiarato, perché occorre considerare non solo le esigenze di "cura" della persona, ma anche il rispetto della sua dignità e il diritto a potere scegliere in quale luogo e in che modo vivere la propria vita (art. 3 e 19 Conv.ONU sui diritti delle persone con disabilità).

Qualche conclusione

Provando ad esprimere qualche conclusione, con questa delibera la Giunta Regionale prosegue con determinazione nella sua azione riformatrice del welfare sociale lombardo, in una direzione che pone esplicitamente al centro dell'attenzione le questioni della prossimità, continuità ed integrazione degli interventi, richiedendo al sistema del servizi maggiore flessibilità, intesa come capacità di adeguarsi ai bisogni delle persone. In questo contesto la valutazione multidimensionale del bisogno si configura, o dovrebbe configurarsi, come primo strumento di intervento, il primo passo di un processo di presa in carico e non come semplice momento certificatorio, che sancisca il diritto o meno ad accedere a determinate prestazioni.

Una visione degli interventi sociali distante anni luce dall'orizzonte del precedente quasi mercato e della competizione come principale elemento di regolazione del sistema: una nuova concezione che rida valore e responsabilità ai soggetti pubblici, a partire dalle Asl come attori della programmazione e della governance degli interventi. Una visione che al momento non riesce ad uscire dallo stretto spazio del sistema sociosanitario, affacciandosi timidamente ai temi degli interventi sociali intesi in senso più ampio perché l'idea prevalente sembra ancora essere di stampo sanitario, che concentra la sua attenzione e le sue energie solo sulle prestazioni e sull'erogazioni dei servizi, più che sulle azioni di attivazione delle risorse personali, familiari e sociali; che fissa lo sguardo più sulla ricomposizione ed integrazione degli interventi e della spesa che sui processi di inclusione e coesione sociale.

D'altro canto la messa a sistema di un sistema integrato, anche solo nel campo delle prestazioni, è un passaggio necessario ed obbligato per garantire l'efficienza e l'efficacia della rete dei servizi ma anche come premessa per ulteriori e più radicali riconversioni dei diversi programmi di intervento.

Articolo già pubblicato su LombardiaSociale.it.

31 gennaio 2014