Fonte www.personecondisabilita.it - Per Pietro tutto è iniziato per caso. Con un libro di Paulo Coelho che la sorella gli aveva lasciato sul comodino durante uno dei (tanti) interventi chirurgici subiti negli anni. "Era Il cammino di Santiago, l'ho preso in mano e abbandonato più volte prima di finirlo. Non è stato un colpo di fulmine. Ma piano piano mi sono reso conto che il Cammino avrebbe potuto essere essere un'occasione per cercare un Pietro migliore". E così, nel 2012 Pietro Scidurlo è partito per il suo primo viaggio in hand-bike lungo la strada che, partendo da Saint Jean Pied de Port arriva fino alla tomba di San Giacomo. In tasca aveva un sasso raccolto nel cortile di casa prima della partenza:

"Un amico che aveva già fatto il Cammino mi aveva suggerito di farlo - racconta Pietro -. Arriverà un momento in cui capirai che è arrivato il momento di lasciarlo, mi aveva detto. Per me il momento è arrivato a Foncebadón, dieci giorni dopo la partenza". Qui sorge una montagnola di sassi, la Cruz, dove i pellegrini abbandonano un peso. E chiedono una grazia.

"Ho buttato il sasso e ho chiesto a Dio di farmi accettare la mia disabilità. Da oggi si ricomincia in maniera diversa".

Il Cammino è stata una vera rivelazione per Pietro che l'anno successivo è ripartito per un secondo viaggio. E giovedì 25 aprile prenderà il via una terza spedizione cui ne seguirà una quarta durante l'estate. Ma l'obiettivo di queste due missioni è diverso dai primi due: "Andrò a mappare i sentieri e le strutture ricettive per realizzare la prima guida al Cammino di Santiago per persone con disabilità".

"Santiago per tutti" è il titolo del progetto che Pietro sta portando avanti con la sua onlus "Free Wheels" e dalla casa editrice milanese "Terre di mezzo", specializzata nella pubblicazione di guide sui principali cammini che attraversano l'Europa. Il primo viaggio di Pietro si svolgerà lungo la via asfaltata: "L'obiettivo è tracciare il percorso per chi vuole fare il viaggio in hand-bike - spiega Pietro - e censire le strutture ricettive. Per farlo ho messo a punto un questionario ad hoc, elaborato con persone audiolese, cieche e ipovedenti. Ma anche celiaci, persone con intolleranze alimentari, dializzati".

In totale circa 370 strutture, che verranno catalogate in base ai vari livelli di accessibilità. La seconda missione (che durerà ben 60 giorni) avrà inizio ai primi di luglio e si svolgerà lungo il tracciato degli antichi pellegrini - il percorso delle "frecce gialle" - mappandolo per chi ha una disabilità sensoriale, ad esempio ipovedenti o non vedenti. Mentre un altro gruppo farà un percorso misto, tra asfalto e sentiero storico, pensato per chi si muove in carrozzina.

E dopo un'estate intensa, passata a macinare chilometri, per Pietro si preparano lunghi mesi di scrittura. "L'obiettivo è pubblicare la guida nel 2015", spiega Pietro. "Sono convinto che il Cammino di Santiago possa cambiare le persone. Per me è stato così e voglio condividere la mia esperienza con quante più persone possibile - conclude Pietro -. Per questo motivo è nata l'idea di scrivere la guida". Per mettersi in viaggio però serve un'adeguata preparazione (fisica e mentale): "Se messo nelle condizioni giuste, non c'è niente che una persona con disabilità non possa fare - dice Pietro -. Non serve essere un'atleta come Alex Zanardi per mettersi in cammino, ma sono convinto che con l'adeguata preparazione tutti possano affrontare questa sfida".

23 aprile 2014