Fonte www.redattoresociale.it - Sale di ora in ora lo sdegno collettivo per la vicenda di Danilo, il ragazzo con sindrome di Down rifiutato da un centro estivo romano. Si grida allo scandalo: ma magari si trattasse di uno scandalo…

"Non è affatto un caso isolato, piuttosto è la norma, che sistematicamente si ripete": a riferirlo è Roberto Speziale, presidente dell'Anffas, che di famiglie come quella di Danilo ne conosce tante, così come conosce e registra i loro bisogni e le loro difficoltà.

Tra queste, c'è il "tempo estivo", che ogni anno riporta, in queste case, un vero e proprio dramma. "Inserire il proprio figlio disabile in un centro estivo, comunale o privato che sia, è praticamente impossibile – denuncia – Questi ragazzi vengono puntualmente rifiutati, spesso con la scusa che non ci sono risorse per garantire un operatore che provveda ai loro specifici bisogni. Solo le famiglie ‘organizzate', quelle che fanno riferimento a una struttura associativa, trovano le risposte che cercano: il centro diurno, che d'estate si trasforma in centro estivo. O i soggiorni per i ragazzi, che alle famiglie offrono anche un po' di respiro… Ma parliamo di soluzioni solo per ragazzi con disabilità, mentre la condizione ideale sarebbe quella ‘integrata': ragazzi disabili inseriti nei centri estivi accanto ai loro compagni: una realtà sempre più lontana".

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Per approfondire

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17 giugno 2014