Da qualche anno a questa parte, complice il successo televisivo della serie, è facile imbattersi in frotte di turisti che si aggirano per le nostre città e per le nostre spiagge cercando le bellezze nascoste di quelli che sono ormai noti come "luoghi di Montalbano". Per qualcuno, però, non è poi così semplice sperare di imbattersi in Catarella davanti al commissariato dell'immaginaria Vigata, o passeggiare sulla spiaggia antistante la casa del famoso commissario nato dalla penna di Camilleri: stiamo parlando, naturalmente, delle persone con disabilità.

Questo porta a chiederci, ma soprattutto a chiedere alle istituzioni territoriali competenti: che tipo di turismo vogliamo rilanciare? Vogliamo, o no, un turismo che sia "accessibile" a qualunque cittadino? Ciò che attualmente si sta facendo in materia, a nostro avviso, non sembra muoversi verso una scelta di civiltà importante che ci auguravamo fortemente per il nostro territorio.

Prendiamo, ad esempio, il Regolamento per l'applicazione dell'imposta di soggiorno della città di Modica, che non menziona minimamente, tra le finalità cui l'imposta è destinata, interventi a favore delle persone con disabilità, pur tenute al pagamento dell'imposta come chiunque altro (non figurando tra i soggetti beneficiari dell'esenzione).

Un maggior coinvolgimento, da parte del Consorzio degli Operatori Turistici, delle numerose associazioni che ruotano intorno al mondo della disabilità avrebbe invece potuto portare a un Regolamento (e quindi a un modello di turismo) più vicino alle specifiche esigenze di tanti potenziali visitatori.

Un altro esempio tra i tanti: il servizio di trasporto pubblico nella nostra città è garantito per le persone con disabilità da appositi scivoli, che consentono anche a chi è in carrozzina di poterne usufruire (disponendo, a differenza dell'autista, della chiave per azionare lo scivolo). Ci chiediamo quindi come potrebbe spostarsi, a Modica, un turista in carrozzina, e se la definirebbe una città "accessibile", partendo dalla considerazione che l'utente, anche se con disabilità, è ben disposto a pagare un servizio, purché però questo sia di qualità.

Sperando che queste nostre considerazioni possano essere un utile spunto di riflessione, ed anche un occasione, per esprimere al meglio il potenziale di un territorio che ha un'altissima vocazione turistica, ci auguriamo anche che "i luoghi di Montalbano" non vengano nel frattempo trasferiti in Puglia (dove, vi assicuriamo, l'accessibilità è tutta un'altra storia).

3 ottobre 2014