In 25 anni dall'approvazione della Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza (CRC), avvenuta il 20 novembre 1989 si sta lentamente affermando in Italia una cultura dell'infanzia ma c'è ancora da fare in termini di programmazione e risorse dedicate ai bambini e agli adolescenti.

La Convenzione ha compiuto una "rivoluzione culturale", riconoscendo il minore non soltanto come oggetto di tutela e assistenza, ma anche come soggetto di diritto, e quindi titolare di diritti in prima persona. In questi 25 anni in Italia sono stati adottati provvedimenti importanti, a partire dalla ratifica della Convenzione (Legge 27 maggio 1991 n. 176), e dei suoi due Protocolli Opzionali (con Legge 46/2002), alla Legge 285/97 che aveva creato un Fondo Nazionale per l'Infanzia e l'adolescenza (poi superato da un fondo unico indistinto per le politiche sociali), la Legge 451/97 che ho previsto organismi di coordinamento specifici dedicati all'infanzia quali: la Commissione parlamentare infanzia, l'Osservatorio nazionale infanzia, il Centro nazionale di documentazione e di analisi per l'infanzia, ed infine nel 2011 (Legge 112/2011) l'istituzione del Garante nazionale per l'infanzia e l'adolescenza che affianca i Garanti regionali presenti in alcune Regioni.

Tuttavia il sistema così come pensato fatica ad andare a regime, e l'assenza di un Piano Nazionale infanzia dal 2011, peraltro senza copertura finanziaria, ben riflette il ritardo nella programmazione organica degli interventi per i minori e relativi investimenti. Negli ultimi quattordici anni il Gruppo CRC*, di cui è parte anche Anffas Onlus, un network composto dalle principali associazioni che si occupano attivamente della tutela e promozione dei diritti dell'infanzia in Italia, ha monitorato l'attuazione della Convenzione in Italia, attraverso l'elaborazioni di rapporti di aggiornamento e l'organizzazione di incontri istituzionali di confronto con le istituzioni competenti a livello centrale e locale. Ancora oggi solo il 13,5% dei bambini 0 - 3 anni ha accesso a nidi comunali o servizi integrativi. A questa percentuale si stima vada aggiunto un ulteriore 4% di bambini accolti da servizi privati non sovvenzionati da fondi pubblici. Al Sud e nelle Isole la situazione è più difficile: solo il 2,5% di bambini in Calabria che ha accesso ai nidi, seguita dalla Campania con il 2,8%.

La difficoltà principale che emerge dall'ultimo Rapporto del Gruppo CRC (leggi qui la nostra news) è quella di "mettere a sistema" le politiche per l'infanzia e l'adolescenza nel nostro Paese. Si è infatti assistito a un decentramento delle politiche sociali verso le Regioni, senza la definizione dei Livelli Essenziali di Prestazioni concernenti i Diritti Civili e Sociali (LEP) e soprattutto con la progressiva e costante diminuzione delle risorse destinate alle politiche sociali nel corso degli anni. Inoltre, non esiste un monitoraggio compiuto a livello istituzionale delle risorse dedicate all'infanzia e all'adolescenza e proprio dall'analisi realizzata dal Gruppo CRC risulta evidente che manca una strategia complessiva e una visione di lungo periodo.

Anche sul fronte raccolta dati sull'infanzia, si resta un passo indietro. Permane la carenza del sistema italiano di raccolta dati inerenti l'infanzia e l'adolescenza; lacuna che non permette di stimare l'incidenza di importanti fenomeni e costituisce un impedimento per la programmazione e la realizzazione di politiche ed interventi idonei e qualificati. Il Gruppo CRC sollecita da anni il Governo a rendere operative la Banca Dati Nazionale dei Minori Adottabili e delle Coppie Disponibili all'Adozione e la banca dati in relazione al fenomeno dell'abuso sessuale dei minori. Rispetto alla prima infanzia inoltre, mancano dati sui bambini con disabilità nella fascia di età 0-5.

"Oggi in occasione dei 25 anni della CRC – dichiara Arianna Saulini coordinatrice del Gruppo CRC - interveniamo al Convegno organizzato in Parlamento dalla Commissione Infanzia ed incontriamo i Presidenti di Camera e Senato chiedendo loro che lo stesso Parlamento s'impegni a portare a termine importanti provvedimenti a favore dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza nel nostro Paese. Alla Camera ci sono proposte di legge importanti come quelle di riforma della legge sulla cittadinanza e la proposta per misure di protezione e accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, così come altri provvedimenti urgenti al Senato, quali la Ratifica del Protocollo opzionale della Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia sulle procedure di comunicazione o la proposta di legge per un Sistema integrato di educazione e istruzione 0 - 6 anni. Il nostro auspicio è che da questo 20 novembre in poi si faccia un salto di qualità e che si passi da un'affermata cultura dell'infanzia anche a politiche e provvedimenti lungimiranti".

*Il Gruppo CRC impegnato nella tutela e promozione dei diritti dell'infanzia, opera a partire dal 2000 è nato per preparare un Rapporto indipendente, supplementare a quello governativo, da sottoporre al Comitato ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza. La CRC (Convention on the Rights of the Child) prevede un sistema di monitoraggio che si basa sulla presentazione di rapporti periodici al Comitato ONU da parte degli Stati che l'hanno ratificata, e da parte di coalizioni di ONG (organizzazioni non governative). Negli oltre dieci anni di lavoro il Gruppo di lavoro per la Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza (Gruppo CRC2) ha pubblicato sette Rapporti di aggiornamento annuale e due Rapporti Supplementari3 che sono stati inviati al Comitato ONU per contribuire, insieme al Rapporto governativo, all'analisi dello stato di attuazione della Convenzione in Italia. Oggi il Gruppo CRC, coordinato da Save the Children Italia, è composto da 87 soggetti del Terzo Settore4 che hanno dato vita ad un sistema di monitoraggio permanente, indipendente e condiviso sull'attuazione della CRC in Italia.

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24 novembre 2014