Fonte www.vita.it - La Riforma del Terzo Settore ha il suo primo articolo. La Commissione Lavoro presieduta dal sottosegretario alle Politiche Sociali, Luigi Bobba, ha infatti adottato il testo definitivo dell'art.1.

Il Magazine Vita ha chiesto proprio a Bobba di illustrare il contenuto.

Com'è cambiato questo art.1?

L'unica cosa che è stata cambiata, e che è migliorativa, riguarda il tentativo di delineare un perimetro più chiaro del Terzo Settore al comma 1. Adesso è specificato che per Terzo Settore si intende «il complesso degli enti privati costituiti con finalità civiche e solidaristiche che, senza scopo di lucro, promuovono e realizzano attività d'interesse generale, anche mediante la produzione e lo scambio di beni e servizi di utilità sociale realizzati anche attraverso forme di mutualità, in attuazione del principio di sussidiarietà».

Mi sembra che, nonostante sia una frase molto densa, contenga comunque tutto il necessario per evitare incomprensioni. Le altre modifiche invece sono più superficiali e poco rilevanti.

A questo punto che tempi ci vorranno per adottare tutti gli altri articoli e portare la Legge Delega in Aula?

Oggi abbiamo una riunione della Commissione dedicata all'art 5. Poi ci sarà una pausa e riprenderemo dopo l'8 febbraio, affrontando tutti gli altri articoli. Dovremmo finire i lavori entro un mese e andare a marzo in Aula, com'era nelle indicazioni di Renzi.

Il clima in Commissione è quindi buono?

Sì, è riflessivo ma consapevole. Sappiamo che occorre arrivare alla conclusione dell'iter in tempi brevi perché si tratta di una riforma importante. Anche i 5stelle, con l'ultimo intervento della capogruppo Silvia Giordano di ieri mi sembra abbiano corretto il tiro rispetto all'indirizzo della discussione generale. Anche loro oggi sostengono la bontà di questo lavoro riconoscendone l'importanza. Poi sul merito giustamente fanno opposizione. Ma il fatto che abbiano deciso di contribuire in modo critico è una novità importante

Per approfondire

Leggi l'ultima news sul tema e il commento di Anffas sulla riforma

30 gennaio 2015