In seguito alla decisione del Governo di ricorrere al Consiglio di Stato contro le sentenze del Tar Lazio che, nel febbraio scorso, hanno bocciato il nuovo Isee relativamente alle parti in cui venivano considerate come reddito anche le provvidenze assistenziali e le indennità di accompagnamento, la redazione di Vita Non Profit ha chiesto un commento sul tema al presidente nazionale Roberto Speziale che ha così rilasciato l'intervista che riportiamo integralmente di seguito.

Fonte www.vita.it - Nonostante i diversi auspici, provenienti dal mondo della disabilità il Governo ha deciso di ricorrere al Consiglio di Stato contro le sentenze del Tar che avevano bocciato il nuovo Isee nelle parti in cui considerava reddito anche le prevvidenze assistenziali, come pure le indennità di accompagnamento.

«Ovviamente per noi è una decisione che giudichiamo in modo negativo» ammette Roberto Speziale, presidente nazionale di Anffas onlus. «Il nostro auspicio era che il Governo si adeguasse alle sentenze invece di fare ricorso. Ma dobbiamo ancora una volta registrare una posizione molto difensiva da parte dell’esecutivo». Per il presidente Speziale il fatto di aver considerato le indennità di accompagnamento reddito è un «precedente pericoloso e soprattutto sbagliato. Le indennità non possono essere considerate reddito, rispondono a un principio risarcitorio».

La decisione di ricorrere da parte del governo per Speziale, inoltre, rende inapplicabile il nuovo Isee «È una situazione kafkiana», insiste. «Chi ha prodotto un nuovo Isee - e ne sono stati prodotti alcune migliaia - si ritrova in mano un documento non corretto e illegittimo. Adesso non è più possibile fare un nuovo Isee, perché la sentenza Tar richiedeva degli aggiustamenti, ora è arrivato il ricorso. Noi speravamo che il governo si adeguasse».

Secondo Speziale una delle conseguenze immediate è che «si apre un periodo carico di incertezze che discende da un primo errore: aver voluto considerare le indennità reddito. E questo ricorso è un andare contro le persone con disabilità».

A prendere posizione è anche il presidente nazionale di Anmil, Franco Bettoni che in una nota sottolinea come «In assenza di risposte certe dal Governo, il Comitato Esecutivo dell’Anmil ha deciso di attivarsi e trovare casi da patrocinare fino alla Corte Costituzionale poiché è inammissibile che le vittime del lavoro debbano inserire nel computo dei redditi la rendita percepita dall’Inail, sia essa di natura vitalizia che liquidata in capitale per le invalidità con esiti al di sotto del 15%, penalizzando ingiustamente tali famiglie».

Bettoni precisa inoltre che proseguirà «la sottoscrizione della nostra petizione popolare per la quale abbiamo già raccolto quasi 50.000 firme nella certezza che questa è una battaglia di diritti e ledere sempre le fasce sociali più deboli non fa onore né alla politica né al nostro Paese».

Per approfondire

Leggi il commento di Anffas Onlus alle sentenze del Tar Lazio

14 aprile 2015