Tratto da www.redattoresociale.it - Ianes critica, Nocera difende: è botta e risposta sulla riforma del sostegno scolastico. E il dibatitto non accenna a spegnersi.

Ieri, Redattore sociale ha raccolto le perplessità del responsabile delle edizioni Erickson in merito alla nuova figura dell'insegnante di sostegnosuper specializzato e blindato nel suo ruolo” prospettato dalla Buona Scuola, su indicazione di Fish* e Fand.

Oggi, Salvatore Nocera, uno dei promotori di quella proposta di riforma firmata Fish che ha ispirato il governo, torna a difenderne l'impianto, rispondendo all'attacco, “non nuovo, ma molto efficace”, del professor Ianes. Il quale, “dopo aver riassunto le norme della proposta di legge Fish-Fand concernenti il curricolo formativo dei futuri docenti specializzati, sostiene che tale separazione facilita la delega dei docenti curricolari a quelli per il sostegno – spiega Nocera - E qui non ci siamo. Infatti – continua – la proposta prevede una serie di misure che tendono a rafforzare sia le competenze degli insegnanti curricolari che di quelli specializzati per il sostegno. Non bisogna dimenticare che nell’articolato della proposta di legge – cosa che sembra già essere stata recepita nel disegno di legge sulla Buona scuola – sono previsti corsi di formazione obbligatoria in servizio, ad inizio d’anno, di almeno 25 ore, sulle disabilità o altri bisogni educativi specifici per tutti gli insegnanti. È questo, a nostro avviso, il miglior antidoto contro il processo di delega”.

Le competenze sulla disabilità, insomma, non riguarderebbero solo gli insegnanti di sostegno, ma tutti i docenti curricolari. E' vero però che “una volta rafforzate le competenze dei docenti curricolari, si propone un percorso specifico potenziato rivolto ai futuri docenti specializzati per il sostegno didattico. Nello specifico, si prevede un percorso unico o parallelo, di durata triennale, nei corsi di laurea in scienze della formazione primaria. Al terzo anno, gli studenti potranno scegliere se specializzarsi nel sostegno o proseguire nel percorso ordinario”.

E' a questo punto, insomma, cioè in una fase ormai avanzata del percorso formativo, che i “piani di studio” dei docenti di sostegno si differenzieranno dagli altri, approfondendo “una serie di aspetti che non è possibile affrontare in un corso di base generalista. Riscontriamo infatti l’inadeguatezza dell’attuale preparazione quando i docenti per il sostegno si trovano a fronteggiare alcune disabilità gravi e/o specifiche”: e il riferimento è soprattutto alle disabilità sensoriali e all'autismo, “per cui occorrono preparazioni adeguate che non possono essere approfondite in un solo anno di corso insieme a tante altre”.

In pratica, ai primi tre anni comuni di studi universitari di pedagogia, didattica, lingue e singole discipline, seguiranno due anni di specializzazione per “saper rispondere ai bisogni educativi speciali derivanti da diverse situazioni di disabilità”.

Concluderà il percorso “l’anno di tirocinio formativo attivo da svolgere in contesti inclusivi”. In questo modo, alla fine di questo percorso, gli insegnanti di sostegno assumeranno non un ruolo “blindato”, ma piuttosto una funzione di “mediatori didattici per l'inclusione”, in dialogo con tutto il corpo insegnante.

Per quanto riguarda la proposta di Ianes di formare “gruppi di consulenza itineranti” pare a Nocera “poco realistica, stante l’attuale assoluta impreparazione dei docenti curricolari sulle didattiche inclusive, dal momento che tali gruppi potrebbero incontrare le singole classi solo per un paio d’ore alla settimana, con costi discreti di spostamento e con possibili resistenze psicologiche da parte dei colleghi curricolari”.

E non piace neanche l'idea della “cattedra mista, mezza curriculare e mezza per il sostegno”, che sarebbe in contrasto con il principio della continuità didattica, “resa difficoltosa o impossibile se gli alunni con disabilità avranno ciascuno più di un docente per il sostegno e per talune discipline curricolari.

A questo punto – conclude Nocera - vorrei sperare che anche il professor Ianes - preso atto di quanto ho cercato di chiarire - ci aiuti a fugare leggende metropolitane come quella secondo la quale la nostra proposta di legge creerebbe un futuro docente specializzato più in aree sanitarie o assistenziali che in quelle della didattica”.

*Cui Anffas aderisce

5 giugno 2015