Fonte www.redattoresociale.it - La prossima legge di stabilità? Probabilmente “tradirà tutte le aspettative”. Arrivati a metà del 2015, non c’è esattamente ottimismo nelle parole del portavoce del Forum del terzo settore*, Pietro Barbieri, che registra l’atmosfera di queste settimane e manifesta tutta la sua perplessità per il futuro del terzo settore e delle politiche pubbliche sul welfare nel nostro paese.

Il 2014 era stato l’anno delle speranze e delle attese, con l’avvio della riforma del terzo settore e le promesse di un nuovo investimento nel sociale: il 2015 rischia di diventare l’anno della disillusione.

“Il primo settore non sembra voler dare priorità al terzo”, dice Barbieri. L’elenco è lungo: c’è tutta la partita del welfare e dell’investimento pubblico nelle politiche sociali, compreso l’annoso tema della lotta alla povertà e della definizione di un Piano nazionale di contrasto almeno alla povertà assoluta. Ma c’è anche il tema della riforma del terzo settore nel suo complesso e quello delle agevolazioni fiscali, compreso il cinque per mille.

“I segnali che abbiamo rispetto alla prossima legge di stabilità non sono positivi”, dice Barbieri, che segnala la totale assenza di interlocuzione sul tema dell’Imu e Tasi degli enti non commerciali e la questione “tutta da risolvere” rispetto al cinque per mille (dove è naufragata, almeno al momento, l’ipotesi di allargarlo alla scuola).

“Sul cinque per mille il punto nodale – dice il portavoce del Forum - è decidere se debba essere uno strumento di sussidiarietà oppure uno strumento di finanziamento delle politiche pubbliche: nel secondo caso esprimiamo perplessità. Sarebbe così che ripassasse l’idea di un cinque per mille alla scuola, ma a ben vedere è già così oggi, ad esempio per quanto riguarda università e beni culturali, che già oggi sono inseriti dentro il cinque per mille. Vengono finanziate così attività che competono allo Stato e lo si fa su una base reddituale che comporta squilibri fra nord, centro e sud del paese. Quello della impostazione in questi termini delle politiche pubbliche è un problema”.

Ombre, a tal proposito, anche sul versante del contrasto alla povertà. “Abbiamo una serie di dichiarazioni pubbliche che almeno apparentemente sono contrastanti fra loro: il ministro Poletti pare farsi carico del tema e vorrebbe giocare la partita, il primo ministro Renzi parla al contrario di un reddito di cittadinanza che è un’altra cosa. Bisogna capire esattamente cosa si intende: la mia paura è che tutto finisca in polemica politica e non decolli”.

“Noi lavoreremo nel prossimo autunno perché questo contrasto alla povertà assoluta possa partire, e ugualmente metteremo in risalto temi come la non autosufficienza e l’infanzia: come sono stati trovati ingenti e importanti risorse per il bonus degli 80 euro, così pensiamo si possa affrontare il tema del welfare in maniera un po’ più seria di quanto fatto finora. Del resto – sottolinea Barbieri – abbiamo qualcosa da farci perdonare visto che i dati ci vedono agli ultimi posti della classifica europea su tutte le materie: 25esimi su 28 sulla non autosufficienza, 24esimi su 28 sull’infanzia, e così via. C’è uno spread da colmare ed è necessario intervenire in maniera più incisiva: è questa la sfida che governo e parlamento dovranno affrontare in autunno, è il momento di affrontare questi temi e non quello di nascondere la polvere sotto il tappeto”.

Quanto all’iter della legge delega di riforma del terzo settore, registrato il rallentamento nella discussione che è stato evidente al Senato nel corso dell’ultimo mese e mezzo, Barbieri sottolinea l’idea che “ci deve essere modo di affrontare gli argomenti” nel dettaglio, e segnala il “rischio che si posticipi troppo la discussione e poi, di fronte alla necessità di chiudere in fretta, si tagli la discussione e non si riesca ad entrare nel merito delle questioni che riteniamo invece importanti”. A breve, l’iter riprenderà con un nuovo ciclo di audizioni (dopo quello effettuato a suo tempo alla Camera), cui seguirà poi la discussione generale in Commissione Affari Costituzionali e l’esame degli emendamenti.

*Cui Anffas Onlus aderisce

Per approfondire

Leggi il commento di Anffas Onlus sulla riforma del Terzo Settore

16 giugno 2015