Fonte Agenzia Redattore Sociale - Chi assume persone con disabilità? Perché? Quali disabilità sono considerate più facili da inserire in ambito lavorativo? È per rispondere a queste domande che la Provincia di Modena ha promosso un’indagine sul territorio coinvolgendo 58 imprese – prevalentemente medio-piccole – appartenenti a 11 settori produttivi differenti, dai servizi al metalmeccanico, dall’agroalimentare all’edilizia.

L’obiettivo della ricerca, svolta con il supporto tecnico di Focus Lab, è quello di ottenere un quadro aggiornato delle percezioni e delle pratiche in corso nelle aziende del modenese sul tema dell’inserimento di soggetti con disabilità. Si assume perché si è obbligati. Il dato forse più eclatante emerso dall’indagine riguarda le ragioni che spingono un’azienda ad assumere un persona con disabilità: una parte significativa delle realtà intervistate (più di 1 su 3) ritiene le attività di inserimento un semplice espletamento degli obblighi normativi, senza percepire vantaggi in ottica aziendale.

Una percentuale simile lo fa per sviluppare il profilo aziendale legato alla Responsabilità sociale d’impresa. Solo pochi, invece, lo fanno nell’ottica di ampliare il complesso delle competenze presenti in azienda o migliorare la strategia complessiva di gestione delle risorse umane.

Un panorama di questo tipo è frutto anche della quantità percepita come scarsa delle informazioni a disposizione: quasi tutte le aziende chiedono alla Provincia un ampliamento delle nozioni sul tema, a partire dalla conoscenza delle limitazioni al lavoro dei soggetti inseriti.

Altri fabbisogni emergenti da parte delle imprese in materia di inserimenti sono la necessità di migliorare la conoscenza delle tipologie di disabilità nel loro complesso, l’approfondimento delle relazioni tra il tema della sicurezza e quello della disabilità, lo scambio e la collaborazione con le altre aziende. Ed è solo la metà delle aziende a essersi detta disponibile ad avviare attività legate al tema dell’inserimento offerte dall’ente provinciale, indicando il tirocinio mirato (16 aziende interessate), la formazione specifica (13), la consulenza normativa (11) e l’analisi dei fabbisogni (7) come strumenti potenzialmente attivabili nel breve periodo.

Quante aziende assumono persone con disabilità? Come? Dall’indagine emerge che la larga maggioranza delle aziende del campione (86 per cento) ha assunto almeno una persona con disabilità. Nel 37 per cento dei casi è stata avviata una politica dedicata e formalizzata di gestione delle risorse umane con disabilità, che 4 volte su 5 corrisponde all’attivazione di programmi di inserimento ad hoc, con mansionari specifici e piani di formazione dedicati.

Quasi 7 aziende su 10 scelgono di affidarsi ai servizi messi a disposizione dal servizio di collocamento dell’ente provinciale, nelle modalità dell’avviamento nominativo, numerico o attraverso la stipula di convenzioni con soggetti esterni (cooperative o consorzi: molto gradito, infatti, risulta il servizio di preselezione ex ante dei soggetti inseriti, seguito dal supporto costante nella fase ex-post e dall’attivazione di attività di tutoraggio e tirocinio.

Altre aziende (31 per cento), invece, scelgono di gestire in modo autonomo e diretto il collocamento.

La percezione della disabilità. I dati emersi dall’indagine riferiti allo stato delle cose riflettono quella che è la percezione della disabilità nelle aziende coinvolte. Quando le aziende devono assumere unona con disabilità pensano a una disabilità ‘visibile’, associata alle tipologie motorie/fisiche (55 per cento) o sensoriali (41 per cento). Molto meno percepite risultano invece le tipologie più ‘invisibili’, le quali, anche se presenti in molte realtà, tendono a rimanere nascoste o sottotraccia.

Tra queste, troviamo le diverse tipologie di disabilità psichica (14 per cento) o intellettiva (7 per cento).

Tendenzialmente, poi, le aziende valutano l’inserimento lavorativo di una persona con disabilità per assolvere a elementi di tipo normativo, fiscale e burocratico. Sulla bilancia, l’incidenza dei carichi burocratici gravanti sulle procedure e la possibilità di richiedere incentivi in seguito all’assunzione. Quanto alla ‘scelta’ della disabilità da inserire, si apre un ventaglio di ipotesi: le persone con allergia/asma sono considerate le più facili per un inserimento; quelle con disabilità psichiche le più difficili. Tra le categorie con maggior grado di difficoltà spiccano anche i soggetti ciechi, sordi o con difficoltà di apprendimento

17 novembre 2015