vita.it - Lanciato da poche settimane il nuovo servizio dell'associazione a disposizione dei genitori. Ad animare l'iniziativa cinque mamme e due papà di bambini con acondroplasia che mettono a disposizione la propria esperienza. Un contatto diretto e privilegiato che utilizza tutti gli strumenti a disposizione da Skype e Whatsapp senza dimenticare la pagina Facebook di Aisac, mail e telefono

Come essere di supporto a chi sta vivendo una condizione di vita da cui si è già passati o semplicemente rispondere a stretto giro ad alcuni interrogativi che sorgono spontanei? È questa la domanda cui Aisac ha trovato una risposta originale. Oltre al sito associativo e a una pagina Facebook, perché non un servizio "da mamma a mamma" o anche "da papà a papà"?

Si è pensato di utilizzare qualcosa che andasse oltre una chat su whatsapp anche utilizzando l'app, insieme a skype, a Fb e ovviamente al telefono. Ed ecco "Pronto mamma e papà". Uno strumento semplice: cinque mamme e due papà si sono messi a disposizione e da fine marzo sulla pagina del sito associativo hanno pubblicato i propri contatti e l'avventura è iniziata.

«Un modo per mettere in contatto i genitori c'era già» spiega Miriam Benatti, una delle mamme. «Quando è nata la mia bambina mi avevano suggerito una persona a cui rivolgermi sono diventata amica di una mamma e per me questo contatto è stato di grande conforto». Il fatto è che ricorda Miriam quando viene comunicata la disabilità di un figlio è importante il contatto con qualcuno che ha vissuto la stessa esperienza.

«Per me è stato un grande supporto psicologico. Per questo mi è piaciuta l'idea di questo "pronto mamma e papà" perché in una mega chat si rischia di perdere il punto di partenza. Si rischiano fraintendimenti e oltretutto non sempre ci si riesce ad aprire». I contatti di mamma Miriam sono a disposizione da poche settimane, «per ora mi hanno contattato sempre su whatsapp, forse perché viene visto come uno strumento agile per un primo approccio o forse perché la prima volta è più difficile fare una telefonata diretta. E i quesiti sono molto concreti, per esempio mi ha contattato la mamma di una bambina che deve iniziare le elementari e mi ha chiesto che cosa avevamo fatto noi per il banco e altre cose. Quelle che faccio io e le altre mamme è proprio mettere a disposizione la nostra esperienza e alla fine credo sia proprio quello che serve».

«Non si è pensato a una chat perché non è uno scambio di messaggi che ci serve, ma un rapporto one to one, un rapporto privilegiato tra mamma e mamma, tra papà e papà», è convinta di questo Sara Raimondi, che oltre a essere un genitore insegna alla scuola primaria dopo anni di esperienza come insegnante di sostegno. «Avevo condiviso con Marco (Sessa, il presidente di Aisac – ndr) e Chiara Provasi (della segreteria di Aisac) i miei dubbi sull'uso di un gruppo in Fb perché è di difficile gestione e poi il rischio è quello di riversare in esso le proprie fragilità . Per non parlare del pericolo costante di commenti spiacevoli e non moderati». Sara Raimondi è convinta che proprio la modalità scelta sia la migliore per offrire la condivisione di un'esperienza «quello che a me è sempre servito con mio figlio Pietro è stato l'accompagnamento che si può avere tra mamme. Poter stare insieme in una sofferenza o in un momento di gioia e offrire un orizzonte di condivisione: questo è quello che vogliamo fare».

La rete di mamme che a livello informale c'è sempre stata in Aisac è diventata un servizio a disposizione di tutti «L'iniziativa è appena partita, ma sta funzionando» conferma Sara Raimondi che è stata tra le prime mamme a dare la propria disponibilità anche perché soprattutto sulle questioni del mondo scolastico è sempre stata disponibile a dare informazioni e supporto, prima della nascita del gruppo «mi chiamavano anche per le problematiche più pratiche e da lì si creava l'aggancio per affrontare anche altre questioni». Nel gruppo di "Pronto mamma e papà" ci sono solo due papà «e pensare che in Aisac la prima telefonata di contatto viene quasi sempre fatta dai padri, poi subentrano le madri».

Questo servizio nelle intenzioni di Aisac vuole essere anche uno strumento per arricchire la rete territoriale dei referenti regionali di Aisac, grazie a famiglie "esperte" e attive su tutto il territorio che siano disponibili a creare un luogo di condivisione e incontro. E la tecnologia da Whatsapp a Skype è uno strumento di aiuto.

 

19 aprile 2016