Fonte www.superando.it - Certo non può consolare troppo, pensando ai pochi apprezzamenti e alle tante preoccupazioni espresse lo scorso anno nelle proprie Osservazioni Conclusive dal Comitato ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, rispetto alla scarsa applicazione in Italia della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità. Né consola più di tanto il fatto che il nostro Paese abbia ratificato la Convenzione stessa cinque anni prima della Svizzera, con la Legge 18/09. E tuttavia prendiamo atto che nemmeno nella vicina Confederazione Elvetica le cose vanno meglio. Anzi. Basti pensare ad esempio al fatto dei tanti bambini con disabilità che vi sono costretti a frequentare le "scuole speciali", confrontando tale situazione con quella di un Paese come il nostro, dove molte cose ancora non funzionano, ma che ad eliminare le "scuole speciali" ci è arrivato già da quarant'anni.

Tutto ciò emerge dal Rapporto Alternativo riguardante appunto l'applicazione della Convenzione ONU (ratificata dalla Svizzera il 15 aprile 2014), documento presentato in questi giorni al Comitato delle Nazioni Unite da Inclusion Handicap ed elaborato in stretta collaborazione con le venticinque organizzazioni che compongono tale Federazione, oltreché con il contributo diretto di numerose persone con disabilità e di vari esperti del settore.

«Gli ostacoli sono molti – si legge in una nota diffusa da Inclusion Handicap – e comprendono barriere architettoniche, discriminazioni sul posto di lavoro, mancata compensazione degli svantaggi durante la formazione, la pratica estremamente problematica dal punto di vista dei diritti dell'uomo e concernente il ricovero coatto in strutture psichiatriche. Al fine dunque di garantire l'effettiva applicazione della Convenzione ONU, assicurando alle persone con disabilità la piena partecipazione sociale e l'autodeterminazione della propria vita, va elaborato un piano concreto da parte della Confederazione e dei Cantoni in accordo con le organizzazioni delle persone con disabilità, ciò che al momento non esiste».

Sono tre in particolare i temi evidenziati dalla Federazione elvetica delle persone con disabilità, a partire dalle disparità sul posto di lavoro, rispetto alle quali, annuncia Pascale Bruderer, «depositerò un intervento parlamentare con cui chiederò di garantire a livello legislativo una protezione contro la discriminazione».

E ancora, le "scuole speciali" , di cui si è detto, che molti bambini con disabilità sono costretti a frequentare. Da ultime, ma non ultime, le barriere architettoniche e anche quelle informatiche.

«Il nostro Rapporto alternativo – sottolinea ancora Bruderer – descrive in modo sistematico tutti questi ostacoli, nei confronti dei quali è tempo di agire, ad ogni livello, perché è una responsabilità di ognuno di noi».

È disponibile a questo link il testo integrale (in lingua francese) del Rapporto Alternativo sull'applicazione in Svizzera della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, presentato da Inclusion Handicap al Comitato ONU sui Diritti delle persone con Disabilità.

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Sara Martinetti (Inclusione Andicap Ticino), sara.martinetti@inclusione-andicap-ticino.ch.

31 agosto 2017