Fonte www.redattoresociale.it - Approvata la proposta di legge di Annagrazia Calabria (Fi): ora l'esame passa al Senato. Prevede l'istallazione di videocamere a circuito chiuso, ma anche apertura dell'orario delle visite, formazione iniziale e in servizio e valutazione attitudinale per il personale: fondo sperimentale di 5 milioni in tre anni.

La Camera ha detto sì alla videosorveglianza negli asili nido, nelle scuole per l'infanzia e nelle strutture socio-assistenziali per persone anziane o disabilità: ora tocca al Senato decidere se la proposta di Annagrazia Calabria (FI) diventerà legge. Il testo, che nei giorni scorsi ha ricevuto l'approvazione alla Camera, prevede “misure per prevenire e contrastare condotte di maltrattamento o di abuso, anche di natura psicologica, in danno dei minori nei servizi educativi per l’infanzia e nelle scuole dell’infanzia e delle persone ospitate nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali per anziani e per persone con disabilità”. Controllare per proteggere, insomma, attraverso l'installazione di videocamere a circuito chiuso nei servizi educativi e scolastici per l'infanzia e nelle strutture diurne, semiresidenziali e residenziale che ospitano persone anziane o con disabilità. Le registrazioni saranno a disposizione delle sole forze di Polizia, previa denuncia. Un testo molto simile era stato già approvato alla Camera, per essere poi fermato al Senato, esattamente due anni fa. Già allora la proposta aveva suscitato qualche perplessità

“Non c’è alcun monitoraggio a distanza del lavoratore, nessun Grande Fratello – ha messo in chiaro Annagrazia Calabria - Nessuno spierà dalla serratura ciò che avviene negli asili o nelle strutture per anziani e per persone con disabilità. Piuttosto, c’è la volontà di mettere a disposizione delle forze dell’ordine uno strumento in più per poter intervenire tempestivamente laddove si ravvisino comportamenti sbagliati: comportamenti che – ha voluto precisare - riguardano solamente una piccolissima parte del personale che lavora nel nostro sistema formativo, perché la stragrande maggioranza, invece, è caratterizzata da una straordinaria professionalità, da una straordinaria abnegazione e da una grandissima competenza verso il proprio incarico. Per questo crediamo che la proposta in esame non porti alcuna rottura del patto di fiducia tra questi soggetti e le famiglie ma, anzi, siamo convinti che possa rinsaldare ancora di più questa alleanza, colpendo chi davvero prova a minarla con le sue azioni volente. Sarà, dunque, uno strumento anche a tutela di quelle tante persone perbene che ogni giorno compiono correttamente il proprio lavoro e il proprio ruolo”. 

Le telecamere. Le indicazioni per l'installazione delle telecamere sono contenute nell'articolo 5 della proposta, che prevede “sistemi di videosorveglianza a circuito chiuso, le cui immagini sono criptate e conservate per sei mesi, decorrenti dalla data della registrazione, all’interno di un server dedicato, appositamente installato nella struttura, con modalità atte a garantire la sicurezza dei dati trattati e la loro protezione da accessi abusivi. L’accesso alle registrazioni è vietato, salva la loro acquisizione, su iniziativa della polizia giudiziaria o del pubblico ministero, come prova documentale nel procedimento penale. I sistemi possono essere installati previo accordo collettivo stipulato dalla rappresentanza sindacale. Il Miur dovrà emanare un decreto che definisce le modalità per assicurare la partecipazione delle famiglie alle decisioni relative all’installazione e all’attivazione dei sistemi di videosorveglianza nei servizi educativi per l’infanzia e nelle scuole dell’infanzia”. 

Non solo videosorveglianza. Tra le misure di prevenzione e contrasto contenute nella proposta di legge, c'è un piano straordinario di ispezioni per il triennio 2018-2020, per verificare le condizioni delle strutture e valutare il benessere del personale impiegato. E' previsto poi un sistema di valutazione attitudinale per l'accesso alle professioni educative e di cura e un percorso di formazione iniziale e in servizio del personale impiegato in queste strutture. A definire i dettagli della valutazione delle attitudini e dei percorsi formativi, penserà un decreto legislativo, previsto dalla proposta di legge e che dovrà essere adottato entro 12 mesi dalla sua approvazione. Potrà inoltre essere nominato, tra il personale, un “soggetto preposto alla prevenzione nonché al controllo di eventuali condotte di maltrattamento o di abuso, anche reiterate, in particolare nei confronti delle persone impossibilitate a mostrare il proprio stato d’animo verbalmente o attraverso la mimica facciale”. Altro elemento di novità è l'apertura delle strutture alle visite degli ospiti durante l'intero arco della giornata, anche allo scopo di “favorire la prevenzione delle condotte di maltrattamento o di abuso, anche di natura psicologica”. 

Le risorse. La proposta di legge prevede anche un fondo sperimentale di 5 milioni di euro, da destinare, per il primo triennio, “prioritariamente a iniziative di formazione continua di carattere professionale, emotivo-relazionale e attitudinale del personale. Le somme non impegnate nell’esercizio di competenza possono esserlo in quelli successivi”.

Comprendere il fenomeno. "Da sole - è il giudizio di Roberto Speziale, presidente di Anffas - le telecamere risolvono poco. Occorre affrontare il tema della formazione e della motivazione degli operatori. In particolare occorre capire cosa porta gli operatori ed in generale le persone ad attuare comportamenti violenti e maltrattamenti nei confronti di persone più fragili ed indifese (bambini, donne, anziani, persone con  disabilità)". "Solo compreso il fenomeno (cosa non impossibile) si potranno approntate - afferma Speziale - le giuste soluzioni". "Esiste ancora - aggiunge - una problematica per nulla presa in considerazione che è quella dei maltrattamenti e delle violenze perpetrati all’interno delle mura familiari. Quindi le sole telecamere mi sembrano di natura più estetica che sostanziale".