Fonte www.superabile.it - Il compimento del diciottesimo anno di vita non per tutti coincide con il passaggio alla maggiore età. Per alcuni significa scomparire. È così per i ragazzi con disturbi dello spettro autistico e con altre neurodiversità. I servizi si rarefanno, come se non fosse contemplato diventare adulti per chi ha una diagnosi del genere. Così, con l’arrivo dei fatidici 18 anni la persona con autismo diventa una presenza-assente, come sperimentano moltissime famiglie in Italia.

Per questo desta ancora più attenzione l’iniziativa della Regione Piemonte, “da sempre una delle regioni all’avanguardia in Italia per la cura dei disturbi dello spettro autistico” come dichiara la stessa Regione sul proprio portale: per rispondere alle richieste dei familiari e delle associazioni delle persone con disturbi dello spettro autistico, la Giunta regionale, su proposta dell’assessore alla Sanità, approverà nella prossima riunione le linee di indirizzo programmatiche per i disturbi dello spettro autistico in età adulta, risultato di un lavoro congiunto tra gli assessorati alla Sanità, alle Politiche Sociali e all’Istruzione, Formazione e Lavoro.

Il documento, elaborato con il Coordinamento regionale per l’Autismo in età adulta del quale fanno parte le associazioni dei familiari e delle persone con disturbi dello spettro autistico, definisce nel dettaglio il percorso di transizione e le loro presa in carico socio-sanitaria: è il frutto di un articolato lavoro dell’Assessorato, che tiene conto della necessità di un approccio complessivo per tutta la vita della persona. Per questo motivo, annuncia la Regione, è prevista una stretta collaborazione tra servizi sanitari, sociali, scolastici, formativi, del lavoro, valorizzando le competenze specifiche dei singoli servizi correlati alle diverse fasce d’età. Nel dettaglio, la delibera prevede l’organizzazione della presa in carico socio-sanitaria dell’autismo in età adulta ed il relativo percorso, la definizione di un progetto individuale, gli interventi per la persona, la formazione continua degli operatori, le misure da adottare in caso di disturbi del comportamento, la promozione di percorsi socio-occupazionali e di inserimento lavorativo, l’inclusione scolastica. Il documento recepisce le indicazioni contenute nell’Intesa tra il Governo e le Regioni del 2015 che prevede un aggiornamento delle linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità e dell’appropriatezza degli interventi assistenziali.
 
Dagli uffici regionali si ricorda che  dal 2016 ad oggi la Regione Piemonte ha stanziato 2 milioni di euro di fondi specifici per l’autismo. Ed esiste ed è in fase di potenziamento la rete regionale, sia per i pazienti in età evolutiva che per gli adulti. Per l’età evolutiva il percorso di integrazione della rete risale al 2009. Il Centro pilota regionale dell’Asl Città di Torino segue attualmente 550 pazienti, dei quali circa la metà di Torino e città metropolitana ed il resto residente nelle altre province. Dal 2016 la Regione ha dato mandato ai servizi di neuropsichiatria infantile ed ai Centri di salute mentale di intensificare la diagnosi ed il trattamento precoce che, assieme ad una presa in carico tempestiva, sono determinanti per migliorare le cure ed il trattamento dei malati.