A 17 anni dall'emanazione della L. 328/2000 a che punto siamo?

L'8 novembre 17 anni fa (8 novembre 2000) il Parlamento Italiano approvava la Legge 328 intitolata "Legge Quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali".
Nelle cronache di quei giorni la conclusione del lunghissimo iter della Legge venne salutata come l'avvento di una nuova concezione dell'assistenza sociale che ribaltava i concetti definiti dalla precedente Legge sull'assistenza sociale, risalente addirittura al secolo scorso:

  • Concepire l'intervento sociale non come intervento riparatore di un "danno" ma come strategia integrata finalizzata al Bene Essere della Persona, definendo i livelli essenziali delle prestazioni sociali, da finanziare anche attraverso il Fondo Nazionale per le Politiche Sociali e la realizzazione del Piano Sociale Nazionale;
  • Concepire le diverse competenze istituzionali non come confini burocratici e amministrativi entro cui difendere le proprie autonomie, ma come condizione di chiarezza sulle responsabilità dei diversi soggetti del sistema integrato;
  • Concepire il ruolo dei soggetti di Terzo Settore non come supplente o più conveniente rispetto ai ruoli e ai costi della Pubblica Amministrazione, ma come portatori di interessi diffusi, a partire dal ruolo di advocacy e tutela dei diritti, delle istanze e dei bisogni dei cittadini, e quindi da intendere con ruoli attivi nella co-progettazione e nella ideazione degli interventi e dei servizi alla persona.

All'interno di questo corposo disegno c'è soprattutto un articolo che per le persone con disabilità riveste una importanza assoluta: l'art. 14 (progetti individuali per le persone disabili) che prevede il diritto di ogni persona con disabilità (e di chi lo rappresenta) di chiedere al Comune di scrivere il proprio progetto personalizzato di vita, d'intesa con la ASL e dei diversi soggetti sociali e istituzionali che devono agire per realizzare la piena integrazione sociale.

Un altro articolo di fondamentale importanza, rimasto del tutto disatteso, è l'art. 24 (Delega al Governo per il riordino degli emolumenti derivanti da invalidità civile, cecità e sordomutismo) che prevede la revisione dei sistemi di accertamento di invalidità civile e stato di handicap e delle provvidenze economiche collegate con il fine di meglio orientare l'obiettivo di tali misure verso il contrasto alla povertà e la promozione di incentivi alla rimozione delle limitazioni e valorizzazione delle capacità ed autonomie delle persone con disabilità, nonché lo snellimento delle procedure connesse.

Tuttavia, nonostante l'importanza di quanto previsto da questa Legge per migliorare la qualità di vita delle persone con disabilità e dei loro genitori e familiari, a distanza di ben diciassette anni :

  • livelli essenziali di assistenza non sono stati definiti, il Fondo Nazionale per le Politiche Sociali è stato più volte tagliato, il Piano Sociale Nazionale (approvato nel 2001) è rimasto lettera morta;
  • le competenze attribuite alle Regioni, alle Province e ai Comuni sono state sì chiarite e definite, ma siamo ancora molto lontani dal vedere le politiche integrate tra loro, e siamo ancora distanti dalla tanto attesa e agognata integrazione socio-sanitaria ;
  • il ruolo dei soggetti di terzo settore è ancora troppo spesso inteso in modo sbagliato o come supplenti delle difficoltà e delle inerzie della Pubblica Amministrazione , o come soggetti che, al massimo, devono essere sentiti e ascoltati, ma senza creare le condizioni di partecipazione e negoziazione auspicate dalla Legge 328;
  • L'art. 14 rimane largamente disatteso, inapplicato, ignorato!!;
  • L'art. 24 non è stato applicato ed i sistemi di accertamento sono basati su paradigmi superati e svolti con modalità che spesso creano iniquità e discriminazioni a danno delle persone con disabilità!

Cosa ha fatto Anffas

Anffas Onlus ha mobilitato le persone con disabilità e le loro Famiglie per rimettere al centro delle politiche sociali il diritto della persona di essere considerata nella sua globalità e continuità di CITTADINO E CITTADINA, prima ancora che DISABILE, nel pieno possesso e dispiego del proprio diritto di potere vivere la propria vita in condizioni di pari opportunità e non discriminazione (ART. 3 della Costituzione) ed ha promosso pertanto una CAMPAGNA NAZIONALE PER L'ATTUAZIONE DELLA LEGGE 328 del 2000 partita l'8 novembre e che prosegue ancora con una serie di iniziative sull'intero territorio nazionale.

In particolare:

  • La sensibilizzazione e sollecitazione a livello nazionale, regionale e locale delle istituzioni e dell'intera società civile;
  • Per l'applicazione dell'art. 14 la celebrazione del 3 dicembre, Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, con un'iniziativa simbolica: la contemporanea richiesta, da parte dei singoli cittadini, ai Comuni, anche in forza della CONVENZIONE ONU SUI DIRITTI DELLE PERSONE CON DISABILITÀ, di procedere alla redazione CONCORDATA E CONDIVISA del progetto individuale (art. 14) di ciascuna persona con disabilità.

Anffas ha sostenuto questa campagna nazionale anche attraverso l'inoltro di ricorsi per ottenere risposte e azioni concrete dai COMUNI e dalle ASL, così come conferma e dimostra la sentenza TAR Catania del 2010 che ha imposto all'Amministrazione Comunale di ottemperare a quanto indicato dalla Legge. La campagna è aperta all' adesione di tutti: singoli cittadini, persone con disabilità e loro famiglie, associazioni, enti ed istituzioni.

Materiale sull'art. 14 (progetto individuale)

Scarica le linee guida, divise per regione, per la richiesta di progetto individuale

Scarica le linee guida per la redazione del progetto individuale

Leggi l'approfondimento "Il progetto di vita delle persone con disabilità intellettive e/o evolutive"

Leggi sentenza Legge 328: per il TAR Catania l'art. 14 è un diritto a tutti gli effetti"

Leggi la nostra news "Il Progetto Individuale per la persona con disabilità è un diritto soggettivo"