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La vita indipendente è un diritto delle persone con disabilità
ed è scritto anche nella Convenzione Onu.

Vita indipendente vuol dire
che le persone con disabilità hanno diritto
a decidere dove e con chi vivere,

anche quando i loro genitori non ci saranno più.

Vuol dire che non devono vivere negli Istituti o negli ospedali.

Vita indipendente vuol dire anche
che le persone con disabilità hanno il diritto
a partecipare attivamente a ciò che succede nella società.

Vuol dire, quindi,
avere una società che non tratta diversamente
chi ha una disabilità.

Vita indipendente e inclusione sociale per le persone con disabilità, cosa pensa Anffas

Vita indipendente significa libertà, emancipazione dall’oppressione. Per le persone con disabilità la vita indipendente diviene una questione centrale, la madre di tutte le battaglie. La vita indipendente è una condizione della vita alla quale le persone devono tendere e riguarda tutti, non solo le persone con disabilità.

Nella nostra società l’autonomia, l’autosufficienza e l’autoaffermazione sono considerati punti di riferimento che qualificano e danno “valore” agli individui. Molto spesso tali capacità non vengono attribuite anche alle persone con disabilità, che sono sovente percepite come incapaci, quotidianamente bisognose di essere assistite e molte volte come eterni bambini o come persone che non possono fornire un contributo alla società.

L’affermazione del diritto alla vita indipendente è una “cosa” complessa, un insieme di processi da avviare a partire dai primi istanti di vita.
Per garantire realmente il diritto alla vita indipendente è necessario mettere in campo dei veri cambiamenti, anche a livello normativo, a partire dalla revisione del sistema di accertamento della condizione di disabilità. Il diritto alla vita indipendente, soprattutto per le persone con disabilità intellettiva e del neurosviluppo, non si improvvisa, ma va costruita nel tempo, nel “durante noi” in vista del “dopo di noi”.

L’istituzionalizzazione ed i servizi segreganti sono l’esatto opposto della vita indipendente, dell’autoaffermazione, della partecipazione attiva nella società, ma ancora migliaia persone con disabilità non hanno altre risposte che questa.

Il diritto alla vita indipendente ed inclusione sociale nella società è ben sancito nell’articolo 19 della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dall’Italia con L.18/09, all’interno del quale gli Stati Parti riconoscono il diritto alle persone con disabilità ad essere incluse in maniera piena e partecipe in ogni contesto nella società. Il modello di disabilità basato sui diritti umani porta alla consapevolezza che le persone con disabilità hanno lo stesso diritto di tutte le altre di “vivere la società” e che affinchè tale diritto sia garantito è necessario da un lato sostenerle nell’acquisizione di autonomia, autodeterminazione ed indipendenza e dall’altro agire sulla società affinchè si modifichi tenendo conto delle diversità umane in maniera tale da consentire a tutti i suoi membri di parteciparvi in maniera attiva.

Vita indipendente e inclusione sociale per le persone con disabilità, cosa fa Anffas

Anffas lavora affinché le persone con disabilità siano le migliori artefici del proprio futuro e con il diritto a partecipare in tutti gli ambiti del vivere sociale in modo da abbandonare definitivamente l’ottica meramente assistenziale. L’obiettivo è proprio quello di evitare che le persone con disabilità debbano vivere in una particolare sistemazione o in istituti residenziali specificatamente dedicati.

Le nostre storie

Vita indipendente, la Fondazione Nazionale Anffas "Durante e Dopo di Noi"

La Fondazione Nazionale Anffas "Durante e Dopo di Noi" è impegnata, insieme ad Anffas Nazionale, affinché il percorso per una vita indipendente possa divenire realtà.

In tale contesto si collocano le iniziative della Fondazione Nazionale Anffas "Durante e Dopo di Noi" ed i servizi residenziali in favore delle persone con disabilità, realizzati anche grazie alla collaborazione con le strutture Anffas presenti sull’intero territorio nazionale. Queste strutture, nel rispetto della Carta dei Servizi Anffas, tendono a differenziarsi da quelle che spesso configurano un luogo di “deposito” della persona.

Occorre tenere presente che le case famiglia del Dopo di Noi, per le persone con disabilità che le abitano, rappresentano sia la casa che la famiglia. Ciò è reso possibile dal fatto che a gestirle sono direttamente le famiglie e l’assistenza e cura è affidata a collaboratori specializzati che condividono la missione associativa.

La Fondazione sta ponendo grande attenzione alla costruzione di un "Durante Noi” stabileoffrendo soluzioni che vedono la possibilità di prendere in carico, in ambiente protetto, sia la persona con disabilità che, eventualmente, i suoi genitori.

Una delle leggi approvate su cui Anffas ha lavorato attivamente perché fosse considerato anche il punto di vista delle famiglie e delle persone con disabilità è proprio la legge 112/2016 Disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare”, la cosiddetta norma sul “Dopo di Noi, Durante Noi” che ha come finalità quella di attivare e potenziare programmi di intervento volti a favorire percorsi di deistituzionalizzazione e di supporto alla domiciliarità in abitazioni o gruppi-appartamento che riproducano le condizioni abitative e relazionali della casa familiare, realizzare interventi innovativi di residenzialità per le persone con disabilità grave senza sostegno genitoriale.

Fondazione Nazionale Anffas "Durante e Dopo di Noi"

Scarica:
Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità
e-book_Progetto “A CASA MIA”