Fonte www.personecondisabilita.it - Le famiglie degli alunni e studenti con disabilità hanno segnalato, a partire dalle Regioni in cui si è diffuso per primo il contagio da Covid 19, lo stato di disorientamento e di abbandono in cui i loro figli si sono trovati prima con la chiusura delle scuole, poi con l’avvio della didattica a distanza. In data 5 marzo 2020 FISH e FAND hanno fatto richiesta all’Ufficio per la promozione dei diritti delle persone con disabilità (creato dalla Presidenza del Consiglio) di varare immediati provvedimenti per disporre che le istituzioni scolastiche e gli enti locali competenti attivino, al domicilio degli alunni con disabilità, e in accordo con le famiglie, la continuità didattica attraverso gli insegnanti di sostegno ad essi assegnati e gli assistenti all’autonomia e alla comunicazione.
Il DPCM del 4 marzo 2020, nel disporre la sospensione (dal 5 marzo al 15 marzo) in tutto il territorio nazionale dei servizi educativi per l’infanzia, delle attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado, della frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore, ha previsto che i dirigenti scolastici attivassero modalità di didattica a distanza per tutta la sospensione. Limitata alle sole attività indifferibili la presenza dei dirigenti scolastici e del personale ATA.
Il DPCM emanato l’8 marzo 2020 all’art. 3 (comma 1, lettera g) oltre a estendere al 5 aprile la sospensione dei servizi educativi e scolastici, ha disposto che i Dirigenti Scolastici attivino, per tutta la durata della sospensione delle attività didattiche nelle scuole, modalità di didattica a distanza, “prestando particolare attenzione alle specifiche esigenze delle persone con disabilità”.
Il Decreto Legge 14 del 9 marzo 2020 ha poi dedicato, primo tra tutti, i provvedimenti emanati in seguito all’insorgenza dell’epidemia, un articolo specifico (art. 9, comma 1) all’argomento “Assistenza a persone e ad alunni con disabilità”. Nell’articolo si afferma che gli Enti Locali “possono” fornire l’assistenza agli alunni con disabilità mediante l’erogazione di prestazioni domiciliari, finalizzate al sostegno nella fruizione di attività didattiche a distanza, trasformando praticamente l’assistenza specialistica educativa scolastica prestata dagli Enti Locali in assistenza domiciliare.
Il MIUR in data 17 marzo 2020, nell’emanare le Linee Guida contenenti le “Prime indicazioni operative per le attività di didattica a distanza”, chiede ad ogni Dirigente scolastico, ”nell’ambito del più ampio esercizio delle sue prerogative, di attivare per tutta la durata della sospensione delle attività didattiche nelle scuole, modalità di didattica a distanza avuto anche riguardo alle specifiche esigenze degli studenti con disabilità”, dando alla “didattica a distanza” il duplice compito di mantenere viva da un lato la comunità di classe e di scuola, combattendo il rischio dell’isolamento e rafforzando la propensione di studenti e docenti ad affrontare insieme una situazione imprevista, come quella dell’epidemia che stiamo vivendo, e dall’altro di non interrompere il percorso di apprendimento, dando corpo e vita al principio costituzionale del diritto all’istruzione.
Le Linee Guida dedicano due paragrafi specifici agli alunni con disabilità e agli alunni con DSA e con bisogni educativi speciali non certificati.
Per gli alunni con disabilità si afferma a chiare lettere che la sospensione dell’attività didattica “non deve interrompere, per quanto possibile, il processo di inclusione” e che punto di riferimento fondamentale della programmazione delle attività rimane il PEI (Piano Educativo Individualizzato). Come indicazione si suggerisce “ai docenti di sostegno di mantenere l’interazione a distanza con l’alunno e tra l’alunno e gli altri docenti curricolari o, ove non sia possibile, con la famiglia dell’alunno stesso, mettendo a punto materiale personalizzato da far fruire con modalità specifiche di didattica a distanza concordate con la famiglia medesima, nonché di monitorare, attraverso feedback periodici, lo stato di realizzazione del PEI. Resta inteso che ciascun alunno con disabilità, nel sistema educativo di istruzione e formazione italiano, è oggetto di cura educativa da parte di tutti i docenti e di tutta la comunità scolastica. È dunque richiesta una particolare attenzione per garantire a ciascuno pari opportunità di accesso a ogni attività didattica”.
Da ultimo, anche il recente DL n.22 del 8 aprile 2020, prevedendo Misure urgenti sulla regolare conclusione e l'ordinato avvio dell'anno scolastico e sullo svolgimento degli esami di Stato, all’art. 1, comma 5 stabilisce che tutti i provvedimenti presi per gli alunni rispetto agli esami di Stato e alle regolari valutazioni “devono prevedere specifiche modalità per l'adattamento agli studenti con disabilità e disturbi specifici di apprendimento, nonché con altri bisogni educativi speciali”.
La situazione è a macchia di leopardo: a fronte di alcune buone prassi di inclusione, vi sono ancora troppe situazioni in cui molti alunni con disabilità, soprattutto intellettivo-relazionale, vengono ignorati durante la programmazione e la realizzazione della didattica a distanza. L’inclusione a distanza è possibile. Personalizzare a distanza è possibile. Per fare questo, tuttavia, occorre programmare in maniera adeguata e congiunta, con tutti i mezzi e le competenze di cui la scuola italiana dispone.
A cura dei legali del Centro Antidiscriminazione Franco Bomprezzi di LEDHA
L'analisi completa, a cura di Donatella Morra, è consultabile sul sito dell'Associazione Nazionale Subvedenti