Fonte www.redattoresociale.it - Lo sport come diritto fondamentale, fonte di benessere ma soprattutto di valori: è per tutelare e garantire a tutti questa opportunità così preziosa che, nella giornata inaugurale della Settimana europea dello Sport, la sottosegretaria di Stato con delega allo sport Valentina Vezzali e l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, Carla Garlatti, hanno firmato al Foro Italico un protocollo d’intesa per diffondere la cultura dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in ambito sportivo e per garantire il diritto allo sport dei minorenni.
L’accordo mira ad attivare percorsi di formazione rivolti a tecnici e operatori sportivi sulla Convenzione di New York, sulle funzioni dell’Autorità garante, sul sistema di tutela dei minori e sul ruolo della comunità educante nella pratica sportiva. L’accordo inoltre intende assicurare l’accesso alle attività sportive in condizioni di parità di genere.
Garlatti: un diritto fondamentale, ma “compresso”
Redattore Sociale ha chiesto alla Garante per i diritti dell'Infanzia Garlatti quale sia il senso di questa intesa e quale sia, attualmente, lo stato di salute di questo fondamentale diritto. “La Convenzione di New York, cornice di riferimento dell'Autorità garante dell'infanzia e dell'adolescenza, dedica un articolo al diritto allo sport, che deve essere offerto come possibilità a tutti, compresi i bambini e i ragazzi con disabilità. E con il protocollo, rinnoviamo l'impegno a prenderci cura della formazione degli allenatori, finora prevista solo a quelli di 4° livello, ma che ora vogliamo estendere a tutti”.
Gli orari scolastici scaglionati e lo sport impossibile
Per quanto riguarda lo “stato di salute” di questo diritto, per Garlatti questo “è riconosciuto dalla Convenzione e ora celebrato con la Settimana europea dello sport. Tuttavia, in questi mesi tristi di pandemia, questo diritto è stato molto compresso. Pensiamo ai molti ragazzi in condizioni di disagio economico, per i quali l'unico sport praticato era quello dell'ora di scienze motorie: con la chiusura delle scuole, nei mesi scorsi, non hanno più potuto esercitare questo diritto. Anche oggi, però, ci sono ostacoli e criticità: penso in particolare agli orari scaglionati delle scuole, che costringono tanti ragazzi e ragazze a rientrare a casa dopo le 15, rendendo difficile o addirittura impossibile la pratica sportiva. Ho denunciato la situazione e manifestato la mia preoccupazione in una lettera inviata ai prefetti e alla ministra Lamorgese – ricorda Garlatti – e ho trovato una sponda nel presidente dell'Anp Giannelli. Il 16 settembre, ho ricevuto una risposta positiva dalla ministra, la quale mi assicura di condividere le mie preoccupazioni e l'esigenza che, nella definizione degli orari scolastici, sia tenuto conto dell'interesse prioritario dei ragazzi e delle ragazze. Per questo, mi ha assicurato, i prefetti saranno sensibilizzati”.
Continua la lettura su Redattore Sociale qui