Fonte www.superando.it - Siamo costretti a scriverlo sin troppo spesso: i bambini e le bambine con disabilità, ai quali è dedicato anche uno specifico articolo (n. 7) della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, sono “i più vulnerabili tra i vulnerabili”, tanto più in un momento di drammatica congiuntura internazionale come quello attuale. Non possiamo quindi non guardare con particolare attenzione al recente accordo di collaborazione triennale sottoscritto tra l’UNICEF e ReDiPsi (Reti di Psicologi per i Diritti Umani), che punta a promuovere una maggiore conoscenza e consapevolezza sui diritti di bambine, bambini e adolescenti, e sull’attuazione della Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (CRC).
«Nel 2019– ha dichiarato per l’occasione Carmela Pace, presidente di UNICEF Italia – si stimava che in Italia il 16,6% dei ragazzi e delle ragazze fra i 10 e i 19 anni soffrissero di problemi legati alla salute mentale, in totale quasi un milione di persone e fra le ragazze, la percentuale era maggiore (17,2%) rispetto ai ragazzi (16,1%). Attivarsi a favore dell’infanzia significa contribuire concretamente al benessere dei più piccoli. Come UNICEF Italia siamo da sempre impegnati nella promozione dei loro diritti affinché vengano attuati e rispettati. Proprio in questo momento, inoltre, i bambini e le bambine stanno vivendo un periodo molto complesso e ora più che mai hanno bisogno di essere tutelati e ascoltati. Insieme a ReDiPsi potremo realizzare tante attività e iniziative in questa direzione».
«I diritti umani – ha sottolineato dal canto suo Gabriella Scaduto, presidente di ReDiPsi – hanno più che mai bisogno di un approccio basato sulle competenze psicologiche e la psicologia è da sempre vocata a mettersi al servizio della tutela dei diritti. In Italia esercitano la professione oltre 100.000 psicologi, un gruppo esteso e capillare che deve trovare sempre più la propria naturale collocazione nelle reti e nei sistemi di tutela. Questo è fondamentale, soprattutto in un momento storico ove sono le competenze psicologiche a fare la differenza nell’interpretazione, nella comprensione e in tutte le politiche che riguardano i più giovani. Il lavoro con UNICEF, dunque, sarà per noi al contempo un piacere, un onore e una naturale declinazione di ciò che siamo nel profondo e che vogliamo rappresentare nel panorama sociale e professionale italiano».
Nello specifico dei contenuti dell’accordo, esso prevede di promuovere l’ascolto e il coinvolgimento di bambine, bambini e adolescenti in tutti gli àmbiti e le decisioni che li riguardano, oltreché di realizzare attività e percorsi di ricerca per promuovere un approccio integrato e sistemico delle componenti psicologiche, educative, culturali, giuridiche, sociali ed economiche implicate nel rispetto dell’impianto generale della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza. Verranno inoltre monitorate e contrastate le forme di violazione dei princpi e degli articoli di quella stessa Convenzione, condividendo i dati concernenti le presunte e/o accertate violazioni e facilitando percorsi di segnalazione consapevoli. Si punterà infine ad organizzare momenti di formazione e incontro tra settori professionali differenti, attraverso convegni, seminari, corsi, gruppi di lavoro e altre iniziative di carattere scientifico-culturale, finalizzate a diffondere conoscenza e consapevolezza della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza quale strumento di lavoro trasversale e condiviso.
Tutte attività e obiettivi, dunque, che si “incrociano” in modo diretto con la tutela dei minori con disabilità prevista dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità.