Da una veloce ricerca sul web circa le discriminazioni subite dalle donne con disabilità, e non solo, i risultati sono drammaticamente attuali e in forte crescita. Il dilagare di pratiche di abuso è ormai un fatto acclarato e i dati parlano chiaro. Il fenomeno è in continua evoluzione e la ricerca Fish[1] (Federazione italiana per il superamento dell'handicap) – a cui Anffas aderisce – sulle donne con disabilità che hanno subìto violenza è più di un semplice documento, è uno spaccato della cruda realtà che vivono migliaia di persone con disabilità ogni giorno e in ogni parte d’Italia.

Il tema è estremamente delicato e ancora poco conosciuto in quanto le violenze di genere raramente vengono connesse con quelle riguardanti la disabilità, ma il fenomeno non è da sottovalutare e se analizzati più da vicino, i dati sono inquietanti. La ricerca rileva che quasi il 65% delle donne disabili ha subito una qualche forma di violenza, anche se solo un terzo la riconosce come tale.

Tra i documenti disponibili[2] c’è la storia di Lina che racconta di come la sua disabilità intellettiva abbia influito sul disinteresse delle forze dell’ordine per l’episodio di violenza subito. Oggi però è serena e dice a tutte le donne di non avere paura.

Ciò che appare chiaro è certamente una sostanziale carenza di informazioni riguardanti le dinamiche, le cause, le concause e le possibili azioni risolutive che possono essere intraprese non solo dalle vittime e dai loro familiari, ma dalla comunità tutta partendo dai comuni cittadini, passando per amministratori pubblici, comunità educante, fino ad arrivare a coloro i quali potrebbero avere la reale possibilità di combattere le discriminazioni.

Anffas Nazionale, dopo aver colto l’urgenza e la gravità di tale situazione, ha dato vita al progetto “AAA - Antenne Antidiscriminazione Attive”[3]. Il progetto, realizzato con il finanziamento concesso dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, si propone di avviare un’Agenzia Nazionale volta al contrasto della discriminazione delle persone con disabilità e delle loro famiglie, con un focus sulle disabilità intellettive e disturbi del neuro-sviluppo.

Le discriminazioni sono spesso difficilmente individuabili e, quando sono rivolte a categorie fragili – come donne, giovani e anziani con disabiliti – le conseguenze psicofisiche sono devastanti.

Attraverso un percorso formativo articolato, Anffas Nazionale ha provveduto alla realizzazione di una serie di attività formative rivolte a diversi soggetti, tra i quali: professionisti/operatori/tecnici, persone con disabilità, familiari e leader associativi.

L’obiettivo progettuale è quello di imparare a riconoscere, contrastare e rimuovere pratiche, atti e attività discriminatorie e per raggiungere questo traguardo Anffas ha bisogno che oltre ai propri associati iscritti al percorso, tutti i liberi cittadini, professionisti, portatori d’interessi diventino parte attiva di una grande comunità che si prefigga di imparare a riconoscere e a contrastare ogni dorma di discriminazione, partecipando attivamente a questo percorso progettuale caro alla Rete e ora ufficialmente aperto alla pubblico esterno.

 

Per quanti volessero partecipare è necessario che prendere parte al percorso formativo, la richiesta deve essere compilata ed inviata entro il 10/06/2022 p.v., qui il modulo.

Per visualizzare il dettaglio del piano formativo e le date programmate è possibile cliccare qui.

 


[1] https://www.fishonlus.it/progetti/disabilita-la-discriminazione-non-si-somma-si-moltiplica-azioni-e-strumenti-innovativi-per-riconoscere-e-contrastare-le-discriminazioni-multiple/

[2] https://www.fishonlus.it/progetti-fish/multidiscriminazione/azioni/files/Report_Storie_Donne.pdf

[3] realizzato con il finanziamento concesso dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali per l’annualità 2020 a valere sul Fondo per il finanziamento di progetti e attività di interesse generale nel terzo settore di cui all’art. 72 del decreto legislativo n.117/2017